Il Cts avverte sui rischi di riaprire così presto. Oggi, 26 aprile, l’Italia prova a uscire dall’incubo e tornare a un po’ di normalità, ma a che prezzo? Draghi parla di rischio calcolato, ma le cose non starebbero proprio così. Il governo infatti avrebbe già intenzione di richiudere tutto dopo metà maggio. Il Cts, infatti, dopo aver ammesso di non essere stato consultato prima del varo del decreto ‘Riaperture’ dal governo, oggi avverte – come riporta La Stampa – e lancia i primi allarmi: in pochi giorni ci sarà da tornare a prendere seri provvedimenti per le chiusure. (Continua a leggere dopo la foto)
Il governo Draghi, come noto, ha ridotto la composizione del Cts e lo ha fortemente ridimensionato, arrivando – come visto – a non considerarlo quasi più. Ma il Cts continua a comunicare con il ministero della Salute e a fornire le sue indicazioni. Indicazioni che Speranza tiene in considerazione. E cosa dicono? Il Cts “ha chiesto di non cedere sul coprifuoco alle 22 (ed è stato accontentato) anche se – ricorda ancora il quotidiano – poi è toccato al portavoce Brusaferro dare un colpo al cerchio e uno alla botte con un laconico comunicato, dove si afferma che il Cts ritiene opportuno che venga privilegiata una gradualità e progressività di allentamento delle misure di contenimento, ivi compreso l’orario d’inizio delle restrizioni del movimento”. (Continua a leggere dopo la foto)
Ma soprattutto c’è un pronostico che gira al ministero della Salute e fa molta paura: “Lunedì l’Italia sarà quasi tutta gialla ma a fine mese tornerà purtroppo arancione e rossa”. Gli uomini di Speranza hanno infatti sul tavolo due grafici: “Uno mostra l’effetto scuola sui contagi a settembre, dal più 343% della prima settimana al 176% di incremento solo tra il 22 e il 24 del mese. L’altro fa vedere l’effetto delle chiusure sul calo dei contagi: meno 9% con le misure da fascia arancione, -63,9% con il lockdown temperato delle zone rosse di quest’anno, meno 94,9% con quello duro della primavera scorsa”. (Continua a leggere dopo la foto)
Giallo non rilevabile. Ecco perché quello al lockdown potrebbe non essere un addio ma un brutto, bruttissimo arrivederci a fine mese. Ma stavolta, c’è da giurarci, gli italiani non seguiranno più alla lettera una nuova chiusura. Sarà davvero difficile per il governo trattenere la rabbia e e trattenere i cittadini a casa. Forse era meglio aspettare ancora un po’ e dare ancora più velocità alle vaccinazioni.
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