Il Consiglio dei Ministri ne ha da poco rinviato l’entrata in vigore a metà luglio, ma il codice della crisi d’impresa continua a far parlare di se’, non solo negli ambienti politici ma anche fra i sindacati e in Confindustria, dato l’impatto di queste norme per le imprese e i lavoratori italiani. Tanto più in un momento di postpandemia e di crisi energetica, con incremento dei costi a carico delle aziende e con uno scenario economico di obiettiva incertezza.
Sul tema sono chiamati a intervenire domani pomeriggio a Roma, all’Hotel NH Giustiniano, alcuni fra i maggiori giuristi esperti di crisi d’impresa. L’occasione è la presentazione del volume in onore di Alberto Jorio curato da Stefano Ambrosini, entrambi fra i più noti fallimentaristi italiani. Oltre ai due docenti e avvocati torinesi saranno presenti due professori emeriti, Mario Libertini e Sabino Fortunato, rispettivamente dell’Università’ Sapienza e Roma Tre, e quattro magistrati della Suprema Corte di Cassazione: il presidente Francesco Antonio Genovese, il sostituto procuratore generale Stanislao De Matteis, i consiglieri Roberto Amatore e Salvatore Leuzzi.
Nel volume, di oltre 1.100 pagine, Ambrosini – assai conosciuto nell’ambiente giudiziario e professionale per le sue cariche di commissario in Alitalia, Itavia, Astaldi, Tirrenia, Fondazione Maugeri, ecc., e per le consulenze rese in alcune delle più importanti ristrutturazioni aziendali degli ultimi anni – ha raccolto intorno a se’ oltre settanta autori, in prevalenza professori e magistrati, fra cui l’ex primo presidente aggiunto della Cassazione Renato Rordorf, che ha presieduto, fra il 2015 e il 2019, le due commissioni di riforma che hanno dato vita al codice. Ognuno degli autori ha affrontato un tema relativo alla crisi delle imprese e dei consumatori: dalle misure di allerta (oggi sostituite dalla composizione negoziata) al concordato preventivo, dagli accordi di ristrutturazione ai piani di risanamento, dagli amministratori di società in crisi al sovraindebitamento delle persone fisiche. Senza dimenticare la legislazione emergenziale emanata durante la pandemia.
È la prima volta che Cassazione e Accademia, come recita il titolo del convegno, si confrontano a tutto campo sui contenuti del nuovo codice. In attesa che entri in vigore, come previsto, il prossimo 16 luglio.