La polemica sulla riforma del catasto, e del fisco in generale, sembra rientrata nelle ultime ore. L’incontro tra Matteo Salvini e Mario Draghi, avvenuto nel pomeriggio di giovedì 7 ottobre, dovrebbe essere stato chiarificatore. Il presidente del Consiglio ribadisce che il suo governo non alzerà le tasse agli italiani. Il leader della Lega sembra credergli e per il momento sotterra l’ascia di guerra. Ma non tutti sembrano convinti delle reali intenzioni pacifiche del segretario leghista. Il quotidiano Il Foglio, ad esempio, ricorda quando Salvini e Giorgia Meloni votarono la delega sulla riforma del catasto nel 2014.
Per il momento nessuna crisi di governo è in vista. È questa la sensazione tra gli addetti ai lavori dopo il faccia a faccia tra Draghi e Salvini, i cui particolari comunque restano ancora segreti. Ma sono in molti, come detto, a non credere alla buona fede del Capitano del Carroccio. Tra questi c’è il giornalista Valerio Valentini che scrive un pezzo durissimo sul quotidiano diretto da Claudio Cerasa.
“Salvini approvò già questa riforma del catasto. Ma non lo sa (o finge)”. È questo il titolo molto diretto utilizzato da Il Foglio. “Nel 2014 Lega e Fdi esaltavano una revisione del catasto che è identica a quella varata da Draghi. – accusa Valentini – Copiata parola per parola nei punti oggi contestati”. Il giornalista ricorda che Salvini e Meloni la consideravano “urgente e necessaria”.
“Fosse per loro, la ‘patrimoniale’ ci sarebbe già (e invece alla fine non se ne fece nulla)”, chiosa il giornalista. Il governo di allora, spiega, “fa una delega che il Parlamento sviluppa, inserendovi una sostanziosa ‘riforma del catasto dei fabbricati, al fine di attribuire a ciascuna unità immobiliare il relativo valore patrimoniale e la rendita’. Una maggioranza trasversale promuove la proposta, con Lega e Fratelli d’Italia che plaudono e votano entusiasti, e anzi chiedono celerità nell’operare la revisione”. Insomma, conclude Valentini, “l’opposto di quello che accade ora”.