L’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) ha espresso critiche sulla riforma fiscale proposta dal governo Meloni, mettendo in luce alcune preoccupazioni riguardanti la frammentazione del sistema tributario e la copertura finanziaria della delega fiscale. Secondo l’UPB, la riforma rischia di aumentare la frammentazione invece di semplificare il sistema tributario.
Uno dei punti focali della critica alla riforma fiscale riguarda la tassazione delle rendite finanziarie. La proposta prevede una modifica radicale della tassazione dei redditi finanziari, eliminando la distinzione tra interessi, dividendi e plusvalenze/minusvalenze. Tuttavia, l’UPB sottolinea che l’unificazione di queste categorie potrebbe incentivare comportamenti elusivi, come il differimento della realizzazione dei redditi per ritardare anche il prelievo fiscale.
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L’UPB contro la riforma fiscale del governo Meloni
L’UPB sottolinea anche che la copertura finanziaria della delega fiscale non dovrebbe essere basata sul debito, ma dovrebbe derivare da spostamenti del carico fiscale tra le imposte o da tagli permanenti della spesa. L’ufficio mette in guardia sul rischio di finanziare la riforma fiscale in deficit, sottolineando che ciò potrebbe avere effetti negativi sulla solidità dei conti pubblici. La proposta di introdurre una flat tax viene anche criticata dall’UPB, che sostiene che penalizzi i redditi medi e favorisca quelli più elevati. In particolare, l’UPB ritiene che la flat tax incrementale, che si applica solo agli incrementi di reddito da un anno all’altro, sia poco giustificabile.
Un altro punto sollevato riguarda la tassazione delle attività finanziarie. L’UPB osserva che la tassazione per cassa, sebbene eviti problemi di liquidità, crea l’incentivo al differimento della realizzazione dei redditi, il cosiddetto “tax deferral”. Inoltre, l’unificazione dei redditi finanziari potrebbe incentivare comportamenti elusivi legati alla compensazione di minusvalenze fittizie. L’UPB suggerisce l’introduzione di meccanismi che limitino la compensazione delle minusvalenze per evitare una riduzione del gettito fiscale.
La riforma fiscale proposta dal governo Meloni prevede anche cambiamenti nella tassazione dei rendimenti dei fondi pensionistici complementari. L’UPB osserva che la tassazione annuale dei rendimenti potrebbe distorcere le scelte dei gestori e suggerisce di applicare l’imposta ai beneficiari al momento della percezione delle rendite. La proposta di introdurre un’aliquota agevolata sugli utili non distribuiti è considerata simile alla “mini-Ires” prevista dalla legge di Bilancio per il 2019 ma mai attuata. Tuttavia, l’UPB fa notare che potrebbe ridurre la convenienza del finanziamento con capitale proprio rispetto al debito.
Tutte le raccomandazioni dell’UPB sulla riforma
Infine, l’UPB raccomanda di integrare la delega fiscale con un ridisegno della fiscalità degli enti territoriali. L’UPB evidenzia che il testo della delega del governo Meloni non affronta in modo organico le criticità della finanza degli enti territoriali, che hanno subito una perdita di autonomia a causa delle manovre degli anni passati e dispongono di tributi con basi imponibili sostanzialmente statiche o in flessione. Per le Regioni, inoltre, è necessario coordinare la delega fiscale con l’attuazione del federalismo fiscale previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e con l’autonomia differenziata.
In conclusione, l’Ufficio parlamentare di bilancio esprime critiche significative sulla riforma fiscale proposta dal governo Meloni. L’UPB sottolinea la necessità di trovare adeguati meccanismi di copertura finanziaria per evitare di mettere a repentaglio la solidità dei conti pubblici. Inoltre, le preoccupazioni riguardanti la frammentazione del sistema tributario e gli effetti redistributivi della flat tax evidenziano la complessità della riforma proposta. La tassazione delle rendite finanziarie, l’imposizione sui fondi pensionistici complementari e l’introduzione di un’aliquota agevolata sugli utili non distribuiti sono altri punti sollevati dall’UPB. Infine, l’ufficio sottolinea l’importanza di affrontare anche le criticità della finanza degli enti territoriali in modo organico e coordinato.
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