La Francia è di nuovo in piazza contro il presidente Emmanuel Macron e la sua riforma delle pensioni. La nona giornata di protesta in tre mesi ha portato a violenti scontri e arresti a Parigi. Secondo i sindacati, centinaia di migliaia di persone hanno sfilato nella capitale, mentre la polizia parla di 119mila persone. Nonostante le dichiarazioni del presidente Macron, che ha ribadito la sua intenzione di mantenere la riforma, la protesta non si è placata. I sindacati hanno indetto una nuova giornata di scioperi per il 28 marzo.
La protesta ha visto la partecipazione di molte organizzazioni sindacali, unite nella loro opposizione alla riforma. Tuttavia, a differenza delle ultime manifestazioni, i servizi di sicurezza interni non sono riusciti a contenere i casseurs, i violenti contestatori che hanno attaccato le forze dell’ordine e bruciato cassonetti. Tra lacrimogeni e cariche degli agenti, il corteo nella capitale ha continuato a fatica, con alcuni spezzoni che hanno deviato in percorsi laterali.
La protesta si è estesa in tutta la Francia, con altri cortei registrati a Rouen, Montpellier, Marsiglia, Nantes, Rennes e Bordeaux. Il forte sciopero nazionale ha causato numerosi disagi, soprattutto nei trasporti, e alcune decine di persone hanno fatto irruzione nell’aeroporto di Roissy-Charles de Gaulle, bloccando l’accesso al terminal 1 per un’ora prima di essere allontanate con calma.
Il ministro dell’Interno ha reso noto che 128 poliziotti sono rimasti feriti e 80 persone sono state fermate durante gli scontri a Parigi. La situazione politica incerta ha fatto temere una “giletgiallizzazione” della protesta, ovvero una ripetizione della contestazione dei “gilet gialli” dello scorso anno. I sindacati temono che la situazione possa degenerare ulteriormente, poiché la riforma delle pensioni rappresenta solo uno dei tanti problemi che la Francia deve affrontare.