Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro è indagato per rivelazione di segreto sul caso Cospito. Proprio per questo Delmastro ha ricevuto un invito a comparire e sarà ascoltato domani, 17 febbraio in Procura a Roma. Il reato contestato è quello di rivelazioni di segreto d’ufficio, proprio nella questione che ha riguardato il discorso alla Camera dello scorso 31 gennaio da parte del suo coinquilino e collega di partito, Giovanni Donzelli.
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Rivelazione di segreti d’ufficio, la Procura indaga Delmastro
I pubblici ministeri di Roma, coordinati dal procuratore Franco Lo Voi e dall’aggiunto Paolo Ielo, hanno invitato Andrea Delmastro Delle Vedove a comparire domani in procura. La questione riguarda la rivelazione di segreti d’ufficio compiuta nei confronti di Andrea Donzelli, suo collega in Fratelli d’Italia. Donzelli avrebbe poi deciso di rivelare tutto in un discorso alla Camera lo scorso 31 gennaio, solo per attaccare l’opposizione.
Nei giorni precedenti al discorso senza precedenti di Donzelli, infatti, alcuni deputati del Partito democratico erano andati in carcere a Sassari per verificare le condizioni del terrorista che si dichiara anarchico, Alfredo Cospito, in sciopero della fame e della sete contro il regime del 41 bis.
Rivelazione di segreti d’ufficio, Andrea Delmastro deve spiegare cos’è successo
Nel suo discorso alla Camera, Donzelli rivelò dettagliatamente il contenuto di alcuni colloqui che Cospito ha avuto in carcere con il camorrista Francesco Di Maio e lo ‘ndranghetista Francesco Presta, perché la sua doveva diventare “una battaglia di tutti”, compresi i detenuti della criminalità organizzata. Le frasi erano stata riportate dagli appartenenti al Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, e poi inviati per competenza al sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro.
A quel punto, Giorgia Meloni è intervenuta a blindare i suoi uomini, esponendosi di fatto a ricatti politici puntualmente arrivati, e il Guardasigilli, Carlo Nordio, si è affrettato a dichiarare che le carte inviate a Delmastro non fossero né segrete né classificate, ma “di limitata divulgazione”. Fatto che per la procura di Roma costituirebbe lo stesso una violazione del segreto d’ufficio.
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