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Rimini, migrante somalo accoltella 5 persone: esplode la polemica politica

Non attendeva altro, Matteo Salvini, per replicare alle dure dichiarazioni contro di lui, pronunciate da Luciana Lamorgese appena qualche ora prima. L’occasione per il leader della Lega si è materializzata attraverso un fatto di cronaca nera. Nel pomeriggio di sabato 11 settembre, a Rimini, un immigrato di origine somala ha infatti accoltellato cinque persone. Secondo le prime ricostruzioni dei fatti, l’uomo, un 26enne da pochi mesi in Italia dove ha chiesto lo status di rifugiato, ha reagito con violenza ai controllori di un autobus perché senza biglietto.

Dopo aver estratto un coltello e ferito le due controllori donna, il cittadino somalo si è allontanato di corsa dall’autobus della linea numero 11. Durante la sua fuga precipitosa per le strade di Rimini, ha poi ferito altre tre persone, tra le quali un bambino di appena sei anni in maniera grave. Il piccolo, figlio di una coppia originaria del Bangladesh, è stato colpito alla gola: la lama del coltello gli avrebbe reciso la giugulare. Al momento è ricoverato in prognosi riservata all’Ospedale Infermi di Rimini. L’uomo è stato poi arrestato mentre si trovava a bordo del Metromare.

Gli inquirenti della Squadra Mobile della città romagnola stanno indagando per cercare di capire le motivazioni del gesto compiuto dal cittadino somalo, in Europa dal 2015 ma, come già accennato, solo da pochi mesi in Italia. Una tragedia che scatena l’immediato commento di Salvini. “Mentre lei attaccava me sui giornali – dichiara il leader leghista facendo riferimento all’intervista rilasciata da Lamorgese al Corriere della Sera – ieri sera l’ennesimo finto profugo accoltellava cinque persone a Rimini. Tra cui un bambino alla gola”.

Salvini dice “basta a rave party abusivi, femminicidi, baby gang, accoltellatori”. L’ex ministro dell’Interno punta il dito contro il suo successore. “Se Lamorgese è in grado di fare bene il ministro lo dimostri agli italiani – attacca – altrimenti lo lasci fare a qualcun altro”. Se non è una richiesta diretta di dimissioni, poco ci manca.

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