Un’alunna della quinta elementare della scuola “Emanuela Loi” in via Dogali a Palermo, martedì scorso si è sentita male per il freddo, ha cominciato a tremare e a sentire intorpidimento alle gambe. È stata soccorsa dal 118 e portata in ospedale per ipotermia. Nell’istituto – scrive il giornale online PalermoToday – i riscaldamenti sono spenti per un guasto e da qualche giorno e le temperature si sono abbassate notevolmente. Il segretario della Flc Cgil Palermo Fabio Cirino esprime solidarietà alla dirigente scolastica Rosaria Corona dell’istituto Emanuela Loi di Passo di Rigano alla piccola studentessa, a tutti gli studenti, e a tutti i dirigenti scolastici che “nonostante l’abnegazione e l’enorme lavoro che svolgono ogni giorno si sentono spesso soli e abbandonati in trincea a combattere contro le inefficienze delle strutture edilizie scolastiche. Se il guasto c’è, ed è segnalato da tanto tempo, e accade un incidente, che altro c’è da fare, se non essere costretti a chiudere la scuola”.
Tutti sapevano del problema
“La preside aveva segnalato il problema dell’impianto di riscaldamento inutilizzabile ripetutamente e, addirittura, nemmeno i solleciti da parte della prefettura hanno consentito la risoluzione del problema – aggiunge Cirino – Auspichiamo un immediato intervento da chi di competenza per risolvere questa situazione d’emergenza e rigettiamo ogni ipotesi di autonomia differenziata o di differenziazione di stipendi che tendono ad aumentare le diseguaglianze regionali già esistenti. Il ministro Valditara – prosegue Cirino – parla di stipendi diversificati per gli insegnanti e di finanziamenti privati quando il sistema di istruzione pubblico soffre già di disparità e di diseguaglianze inaccettabili. Non esistono livelli essenziali di prestazione e occorrerebbero parametri uniformi di prestazione, di strutture e dotazioni in tutto il paese, che purtroppo non ci sono. Non possiamo più a lungo tollerare soluzioni che rischiano solo di far aumentare il gap esistente tra Sud e Nord, penalizzando sempre il Mezzogiorno”.
Dovrò chiudere la scuola
La dirigente scolastica, Rosaria Corona, dell’istituto comprensivo “Boccadifalco-Tomasi di Lampedusa, che comprende la scuola Loi dove un’alunna di quinta elementare è finita in ospedale per il freddo, aveva già sollecitato da mesi il ripristino dell’impianto di riscaldamento. Il 26 luglio e il 17 ottobre scorsi il viceprefetto di Palermo aveva invitato l’amministrazione comunale ad assumere ogni iniziativa per riparare un tubo di scarico fognario dell’edificio scolastico: la perdita della fogna ha danneggiato l’impianto di riscaldamento che è stato disattivato dopo l’ispezione dell’azienda municipale del gas. Il giorno dopo che l’alunna si è sentita male la dirigente scolastica ha inviato una nota alla protezione civile regionale, al sindaco e agli altri enti competenti, chiedendo l’intervento del prefetto, in cui ricostruisce la vicenda. L’impianto di riscaldamento inutilizzabile mette “in grave pericolo la salute degli studenti e delle studentesse che in queste giornate invernali sono costretti a trascorrere ore a scuola con temperature non adeguate – scrive – C’è il rischio, inoltre, che la costante fuoriuscita di acqua possa irrimediabilmente danneggiare le fondazioni dell’edificio”. “Facendo seguito alle precedenti segnalazioni e richieste di intervento inoltrati agli uffici competenti rimaste totalmente inevase – continua Corona – si rinnova richiesta di intervento urgentissimo per riparare tubo di scarico fognario dell’edificio scolastico in via Dogali, collocato tra il piano di fondazione ed il solaio di piano terra – spazio ispezionabile, ma di difficile accesso sia per motivi strutturali (trattasi di locale confinato) che per questioni igienico-sanitarie derivanti dal ristagno di acque nere, provenienti dal tubo fognario, maleodoranti, ricettacolo di mosche, scarafaggi e zanzare”. Secondo la dirigente inoltre “c’è il rischio che la costante fuoriuscita di acqua possa irrimediabilmente danneggiare le fondazioni dell’edificio”. Se nota rimarrà senza risposta dovrò chiudere la scuola, scrive Corona.