La recente designazione di Robert F. Kennedy Jr. a capo del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani negli Stati Uniti ha provocato un terremoto nei mercati finanziari, incidendo pesantemente sulle azioni delle principali compagnie farmaceutiche. La scelta di una figura di spicco del movimento critico verso i vaccini, noto per le sue posizioni scettiche verso la scienza tradizionale e le politiche sanitarie istituzionali, ha sollevato dubbi sul futuro dell’industria farmaceutica, causando forti cali in borsa.
Subito dopo l’annuncio, i titoli dei produttori di vaccini hanno registrato perdite significative: Pfizer ha ceduto il 2,64%, Moderna ha chiuso con un calo del 5,62%, mentre Novavax ha subito una flessione del 7,02%. Anche BioNTech e GSK non sono stati risparmiati, con ribassi rispettivamente del 6% e del 2%. Tali movimenti riflettono l’incertezza degli investitori rispetto alle possibili politiche sanitarie sotto la guida di Kennedy, che ha spesso criticato l’industria farmaceutica, accusandola di conflitti d’interesse e avanzando teorie controverse, come un presunto legame tra vaccini e autismo.
Figlio del senatore Robert F. Kennedy e nipote dell’ex presidente John F. Kennedy, Robert F. Kennedy Jr. è una figura controversa negli Stati Uniti. Avvocato e attivista di lungo corso, è meglio conosciuto per il suo scetticismo sui vaccini. La sua nomina rappresenta una rottura con le tradizionali politiche democratiche: Kennedy aveva sfidato Joe Biden nelle primarie del partito prima di ritirarsi e sostenere Donald Trump. Durante la pandemia di COVID-19, ha criticato duramente le strategie sanitarie, accusando il governo e le autorità di disinformazione, alimentando preoccupazioni tra gli esperti di salute pubblica sul rischio di una crescente sfiducia nella scienza medica.
L’impatto della nomina non si è limitato ai mercati finanziari: ha anche generato apprensione tra i dipendenti delle agenzie federali dedicate alla salute pubblica. Molti temono che un cambiamento radicale nelle politiche sanitarie possa compromettere i progressi nella prevenzione delle malattie infettive e nello sviluppo di nuovi trattamenti. Le critiche di Kennedy alle agenzie regolatorie, che ha definito troppo vicine agli interessi delle case farmaceutiche, potrebbero minare la loro autorevolezza e ostacolare la formulazione di politiche efficaci.
Nonostante Kennedy abbia recentemente moderato alcune sue dichiarazioni, rassicurando che non intende vietare i vaccini, le preoccupazioni permangono. Ha promesso di promuovere studi più approfonditi su sicurezza ed efficacia dei vaccini, con l’introduzione di approcci personalizzati per i cittadini. Tuttavia, la sua proposta di eliminare il fluoruro dall’acqua potabile, già discussa durante la sua campagna elettorale, ha aggiunto ulteriore incertezza al panorama.
Se il Senato dovesse confermare la sua nomina, l’industria farmaceutica potrebbe affrontare una fase di instabilità, con possibili ritardi nella ricerca e sviluppo di nuovi farmaci. Inoltre, la crescente sfiducia nelle politiche sanitarie potrebbe influenzare negativamente il processo di approvazione di vaccini e terapie, ostacolando gli investimenti a lungo termine.
La reazione dei mercati evidenzia come le decisioni politiche in ambito sanitario abbiano un impatto diretto non solo sulla salute pubblica, ma anche sull’economia globale. Le aziende farmaceutiche, che avevano tratto enormi benefici dalla pandemia di COVID-19, si trovano ora ad affrontare un contesto politico e normativo decisamente più sfidante.