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Lo sfogo di Roberto Saviano dopo la cacciata dalla Rai: “Dovrebbero epurare anche Vespa e De Girolamo”

Il centrodestra compatto contro Roberto Saviano riesce a farlo cacciare dalla Rai. Lo scrittore nei giorni scorsi ha commentato sui social con un eloquente “che faccia tosta! Ma quando passerà al Ministro della Mala Vita il vizio di mentire?”, un tweet di Matteo Salvini contro Carola Rackete. La maggioranza meloniana protesta e chiede l’intervento dei vertici Rai per fermare il suo ritorno sulla tv di Stato a novembre in prima serata con il programma ‘Insider, faccia a faccia con il crimine’.

E puntualmente arriva il comunicato dell’amministratore delegato Roberto Sergio. Il programma dello scrittore è fuori dai palinsesti autunnali di viale Mazzini. Le quattro puntate previste per novembre non andranno in onda. Le motivazioni di questa decisione le piega Sergio a Il Messaggero: “La scelta è aziendale e non politica”. Saviano cacciato dalla Rai dunque. Ma lo scrittore reagisce e contrattacca tirando in ballo nomi pesanti come quelli di Bruno Vespa e Nunzia De Girolamo.
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Saviano Rai Vespa De Girolamo

Saviano fuori dalla Rai fa nomi pesanti: da Vespa a De Girolamo

“L’Italia è un paese che mette paura. – spiega Roberto Saviano, intervistato da Corriere della Sera e Stampa – La mia esclusione dalla Rai è frutto di una decisione politica che si inserisce nella strategia più ampia di usare le azioni giudiziarie come grimaldello per impedirti di lavorare”.

“Quindi voi giornalisti ora sarete attenti a tutte le dichiarazioni rese negli anni da chiunque abbia avuto una trasmissione in Rai. – affonda ancora il colpo Saviano – Verificandone l’aderenza a un Codice etico fatto per compiacere chi, nel 2015, scrisse: ‘Cedo due Mattarella per mezzo Putin’ (Matteo Salvini, ndr). La possibilità che in Rai resti solo Peppa Pig è alta”. Fosse stata una decisione aziendale, prosegue, “dovrebbero epurare mezza Rai in virtù del codice etico, da Bruno Vespa a Nunzia De Girolamo a Luca Barbareschi”.

Poi Saviano punta il dito contro Filippo Facci. “La differenza tra me e lui è che Facci ha attaccato una persona inerme per difendere il potere. Io ho attaccato il potere. Non ho definito ‘bastarda’ Meloni. Ho definito ‘bastardi’ Meloni, Salvini, Di Maio e Minniti, come ha sottolineato la stessa difesa di Meloni. Esiste una registrazione di Radioradicale”, conclude.
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