Il centrodestra compatto contro Roberto Saviano riesce a farlo cacciare dalla Rai. Lo scrittore nei giorni scorsi ha commentato sui social con un eloquente “che faccia tosta! Ma quando passerà al Ministro della Mala Vita il vizio di mentire?”, un tweet di Matteo Salvini contro Carola Rackete. La maggioranza meloniana protesta e chiede l’intervento dei vertici Rai per fermare il suo ritorno sulla tv di Stato a novembre in prima serata con il programma ‘Insider, faccia a faccia con il crimine’. E puntualmente arriva il comunicato dell’amministratore delegato Roberto Sergio. Il programma dello scrittore è fuori dai palinsesti autunnali di viale Mazzini. Le quattro puntate previste per novembre non andranno in onda. Le motivazioni di questa decisione le piega Sergio a Il Messaggero: “La scelta è aziendale e non politica”. Saviano cacciato dalla Rai dunque.
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Roberto Saviano fuori dalla Rai dopo le offese a Salvini
“Ha definito Salvini ministro della malavita e ora sta per condurre un programma in Rai. – dichiara Raffaele Speranzon, senatore di Fratelli d’Italia e componente della commissione di Vigilanza Rai – Le parole indecenti di Roberto Saviano lo rendono del tutto incompatibile a poter condurre una trasmissione sulla tv di Stato, c’è un limite che non può essere oltrepassato. La Rai è pagata con i soldi degli italiani e merita conduttori e giornalisti di spessore e non militanti invasati del tutto privi di deontologia professionale e di rispetto per le istituzioni”.
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“Le parole di Roberto Saviano che ha definito il ministro Salvini ‘ministro della malavita’ sono gravissime e non possono essere tollerate in una Rai che è servizio pubblico. – ci mette il carico un altro esponente della Vigilanza, il deputato Fdi Gianluca Caramanna – Qui non si tratta di garantire il pluralismo per il quale ci battiamo e ci batteremo sempre, ma di accettare supinamente un attacco senza ritegno alle istituzioni dello Stato. Un attacco che alimenta, tra l’altro, l’odio sociale. Dalla tv del servizio pubblico ci aspettiamo un altro linguaggio e altri toni. Le parole sono importanti, sempre e vanno usate con cura, soprattutto nel servizio pubblico”.
“Roberto Saviano non si smentisce mai, pensa gli sia concesso tutto e si permette di usare un linguaggio volgare insultando, infangando e insinuando. La sua ‘figura’ è di certo incompatibile con la tv pubblica: o a Saviano è tutto permesso?”, scrive in una nota Giorgio Maria Bergesio, senatore e capogruppo della Lega in Vigilanza Rai. Ma le dichiarazioni contro lo scrittore napoletano non si contano.
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