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Dopo Musk, l’allarme del Ceo italiano: “Attenzione, presto non avranno più bisogno degli umani”. E intanto i robot giocano a calcio (VIDEO)

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Non si è ancora spenta l’eco delle parole di Elon Musk, che in un video su X ha spiegato come secondo lui entro un anno saranno implementate intelligenze artificiali “più intelligenti di qualsiasi essere umano”. Ora, un nuovo allarme viene lanciato da un dirigente italiano di altissimo livello nel campo delle AI. Stiamo parlando di Dario Amodei, CEO di Anthropic, una società specializzata nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Musk e Amodei, insomma, non sono certo gli ultimi arrivati in questo campo. E se entrambi decidono di lanciare il loro allarme a pochi giorni di distanza, forse dovremmo fermarci un attimo a riflettere. Ormai è evidente che le AI non sono un giocattolo innocuo, ma che la loro implementazione sta sollevando dubbi e domande anche tra gli stessi artefici del loro impetuoso sviluppo.
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L’allarme di Amodei

Amodei, in un’intervista con Ezra Klein del New York Times, ha spiegato che il mondo, nei confronti delle intelligenze artificiali, si trova attualmente a un “livello 2” nella classificazione che la sua stessa azienda aveva realizzato lo scorso anno. Ma il CEO ha anche ammonito che per arrivare al livello 4 potrebbero essere necessari fra 1 e 3 anni – lo stesso lasso di tempo indicato da Elon Musk. In parole semplici, a livello 4 ci sarebbe un rischio “elevato” di uso e comportamento catastrofico delle AI, che potrebbero diventare “autonome”. Lo scenario di livello 4 è quello in cui le AI potrebbero acquisire la capacità di auto-replicarsi e di sopravvivere in natura. Acquisirebbero quindi un’autonomia tale da poter sfuggire al controllo umano. “Non sto parlando di quello che succederà fra 50 anni”, ha ribadito Amodei, “ma del futuro prossimo”.

E mentre un numero crescente di ricercatori sottolinea l’urgenza di trovare delle soluzioni che proteggano l’umanità dalle AI che presto verranno, c’è anche chi si diverte a far giocare a calcio i robot. Nel filmato che vi proponiamo, questi robot appaiono ancora goffi e non particolarmente coordinati, ma se confrontiamo con video simili girati solo due anni fa, possiamo notare un notevole sviluppo di questa tecnologia. I robot, infatti, sono guidati da un algoritmo di deep reinforcement learning che permette loro di apprendere una grande quantità di movimenti.

“Il robot”, spiega un articolo della rivista Science Robotics, “mostra capacità di movimento robuste e dinamiche, come il rapido recupero dalla caduta, la camminata, la rotazione e il calcio. Ha anche imparato ad anticipare i movimenti della palla e a bloccare i tiri dell’avversario”. Forse, in futuro, vedremo nascere il Messi dei robot. Ma non è una prospettiva che ci entusiasma più di tanto.