Cosa separa dalla fantascienza il mondo reale? Ebbene si quello che un tempo potevamo vedere solo attraverso i film, diventa realtà: la Corea del Sud starebbero costruendo dei robot killer. Ecco che parte un’appello dei ricercatori mondiali contro la loro costruzione. Uno scenario da film di fantascienza si starebbe prospettando.
Profonda preoccupazione per la creazione del progetto lanciato da Kaist e Hanwha Systems, tra i più grandi produttori di armi nel Paese. Allarme mondiale contro i robot-killer. Un gruppo di ricercatori internazionali nel campo dell’Intelligenza Artificiale ha annunciato che boicotterà un’università sudcoreana, il Korea Advanced Institute of Science and Technology (KAIST) e il suo partner industriale, Hanwha Systems, per un progetto che punta a sviluppare armi autonome che potrebbero diventare “strumenti del terrore”. Robot-killer, appunto.
In poche parole, l’idea degli ingegneri coreani, è quella di dotare le armi di intelligenza artificiale, di renderle autonome indipendentemente quindi dalla presenza o meno dell’uomo. Visto lo scenario inquietante che si profila all’orizzonte, una serie di ricercatori di tutto il mondo, fra cui l’Italia, hanno firmato una lettera destinata proprio al presidente del Kaist.
La Campagna per fermare i robot assassini, appoggiata da Elon Musk di Tesla e Mustafa Suleyman di Alphabet, chiede un divieto preventivo delle leggi, poiché la finestra di opportunità per un’azione preventiva credibile sta rapidamente chiudendo e una corsa agli armamenti è già in pieno svolgimento.
I Robot Killer una minaccia
In una lettera aperta, 50 ricercatori di 30 diversi Paesi minacciano di non partecipare ad alcuna attività accademica di quella che è una delle più prestigiose università statali della Corea del Sud ed esprimono la loro “profonda preoccupazione” per la creazione del progetto “Centro di Convergenza della difesa nazionale e Intelligenza Artificiale”, lanciata dall’università con la società tra i più grandi produttori di armi nel Paese.
L’obiettivo è quello di sviluppare tecnologie di Intelligenza artificiale per attrezzature militari autonome: ma il rischio, scrivono gli scienziati, è “aprire il vaso di Pandora” e schiudere la “terza rivoluzione” nella tecnologia militare. Quelle che verrebbero sviluppate sono armi che “permetterebbero di combattere ad una velocità e su una scala che non ha precedenti” e potrebbero essere utilizzate “da despoti e terroristi contro i civili, eliminando ogni barriera etica”. Nella lettera aperta, si ricorda che l’intelligenza artificiale dovrebbe “migliorare la vita umana, invece di distruggerla”.
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L’università della Corea del Sud ha risposto
Ecco cosa riporta la lettera presentata: “In quanto ricercatori e ingegneri che lavorano nel campo della robotica e dell’intelligenza artificiale, siamo molto preoccupati dall’apertura del Centro di Convergenza della difesa nazionale e Intelligenza Artificiale lanciato dal KAIST in collaborazione con Hanwha Systems, uno dei più grandi produttori di armi nel paese. E’ stato riportato che uno dei principali goal del Centro è applicare alle armi l’intelligenza artificiale”.
Obiettivo dei vari studiosi è quello di boicottare tutte le collaborazione con l’istituto coreano, finché il progetto verrà continuato. Quindi la lettera prosegue nel suo passaggio forse più inquietante: “Se sviluppate queste armi porteranno alla terza rivoluzione della tenologia militare. Terroristi e despoti potranno utilizzarle contro persone innocenti. Si tratta di un vaso di Pandora che sarà difficile da chiudere una volta aperto”. L’appello è firmato da più di 50 ricercatori, di cui 4 italiani.
Tra le firme, alcune delle menti più brillanti nel campo della Intelligenza Artificiale: il britannico Geoffrey Hinton, il canadese Yoshua Bengio o il tedesco Jurgen Schmidhuber, che boicotteranno l’ateneo fino a quando non darà garanzia “che non svilupperà armi autonome senza significativi controlli umani”.
E’ arrivata anche la replica del Kaist, che ha ammesso che non si stanno progettando armi autonome, ma semplicemente armamenti controllati in remoto. L’università ha risposto che il progetto “non comprende ricerche su armi autonome incontrollabili” che coinvolgano “violazioni di etica o di dignità umana”. Da parte sua, l’azienda – che tra l’altro produce bombe a grappolo vietate in 120 Paesi – ha dichiarato che l’obiettivo “non è sviluppare armi killer”, ma “controllare in remoto le tecnologie volte a ridurre le perdite”.
Cosa sarà del nostro futuro. Di certo se le prospettive sono queste, dove tutto quello che ritenevamo appartenere al mondo della fantascienza e al surreale, prendono vita robot killer come Terminator e Robocop, allora dobbiamo solo preoccuparci di fare le giuste domande: ma stiamo realmente andando verso la strada giusta? Il mondo reggerà l’impatto con la fantascienza? Intanto questa, rimane purtroppo una storia vera.
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