I neofascisti Giuliano Castellino, leader romano di Forza Nuova, e Vincenzo Nardulli, esponente di spicco di Avanguardia Nazionale sono stati arrestati dalla polizia, in quanto ritenuti tra i responsabili dell’aggressione a un cronista e a un fotografo dell’Espresso avvenuta al cimitero del Verano lo scorso 7 gennaio mentre documentavano la celebrazione del gruppo di neofascisti per l’anniversario dei morti di Acca Larentia.
Ad occuparsi delle indagini la Digos di Roma. “Ti sparo in testa”, “A me delle guardie non me ne frega un cazzo, io te sparo in testa” queste le frasi rivolte al giornalista Federico Marconi e al fotografo Paolo Marchetti in un frammento di video in cui si vede la parte finale dell’aggressione con le minacce.
Poco prima il cronista dell’Espresso era stato colpito con calci e schiaffi. Nel video si vede Marconi accerchiato da persone che gli intimano prima di cancellare le foto dal suo cellulare e poi pretendono di controllare: “Damme sto telefono. Devo vedere io se le hai cancellate”. E poi la minaccia esplicita. Secondo quanto era stato poi ricostruito dagli agenti intervenuti sul posto, otto persone, tra le quali Castellino e Nardulli, stavano discutendo animatamente con un giornalista dell’Espresso perché stava riprendendo le fasi della cerimonia.
I poliziotti, dopo aver calmato gli animi, hanno quindi accompagnato il giornalista all’esterno del cimitero, per evitare che la situazione potesse ulteriormente degenerare. In serata Federico Marconi si presentò poi alla Digos, insieme ad un collega, denunciando l’aggressione e i danni subiti.
Inoltre, lo stesso giornalista è stato refertato con tre giorni di prognosi per contusioni. E la Procura aveva aperto l’inchiesta. Ora vengono loro contestati i reati di rapina e lesioni. Giuliano Castellino e Vincenzo Nardulli “possono reiterare i reati contestati” tenuto conto “dell’indole violenta, della particolare spregiudicatezza, e della spiccata capacità delinquenziale dimostrata”.
Il gip Mara Mattioli motiva così gli arresti domiciliari. “Dalle indagini – osserva il giudice – è risultato che i due hanno operato in maniera spregiudicata, minacciando di morte e aggredendo violentemente chi osa intromettersi nelle loro iniziative nonostante si trattasse di manifestazione pubblica che si svolgeva in luogo pubblico, solo perchè non gradivano che le persone offese documentassero l’evento”. E ancora: “Sono personalità prepotenti, aggressive, incapaci di controllare gli impulsi”.
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