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Roma, le condizioni del giocatore N’Dicka dopo il malore in campo

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Forte apprensione tra i tifosi giallorossi. Ecco cosa è successo a davvero al calciatore della Roma, Evan N’Dicka durante il match Udinese-Roma, interrotto ieri sera al minuto 72 proprio per il malore polmonare che l’ha colpito.
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Il malore accusato da Evan N’Dicka durante Udinese-Roma non è stato un infarto. L’ipotesi più seguita dai medici, al momento, è che si sia trattato di una “compressione polmonare con possibile pneumotorace”. Questa consiste nella presenza di aria tra i due strati della pleura. Diversi i sintomi, a seconda della gravità dell’evento.

N’Dicka non ha mai perso coscienza

Il difensore 24enne della Roma, che si è accasciato a terra domenica 14 aprile mentre era in campo contro l’Udinese, in Friuli, si è portato le mani al petto. Tutti hanno pensato a un infarto, ma gli accertamenti clinici lo escludono. Trasportato d’urgenza all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine e ricoverato in codice giallo, N’Dicka ora è sotto osservazione, ma fuori pericolo.

Il calciatore non ha mai perso coscienza, in tutte le fasi del malore. Questo ha reso per fortuna superflua ogni eventuale manovra di rianimazione. E nelle ore successive l’elettrocardiogramma e gli esami seguenti hanno escluso che il malore fosse stato causato da un infarto. L’ipotesi suggerita dalla tac è che il calciatore ivoriano abbia riportato invece una compressione polmonare con possibile pneumotorace, causata dai diversi momenti di scontro fisico durante il gioco. Nello specifico, al minuto 38′, 66′ e 70′.

Che cos’è la compressione polmonare pneumotorace


Uno dei sintomi dello pneumotorace è proprio il dolore toracico. Questa a volte, come nel caso di N’Dicka, provoca difficoltà respiratoria. Il manuale Msd specifica che questa patologia è caratterizzata “dalla presenza di aria tra i due strati della pleura, ovvero quella sottile membrana che circonda i polmoni e il lato introno della parte toracica”.

La causa della compressione polmonare

Il processo avviene in seguito alla rottura di una bolla, che permette all’aria di penetrare e accumularsi nello spazio pleurico. A furia di prendere urti nello stesso punto, questa bolla d’aria è scoppiata, facendo pressione sul polmone e ostacolando quindi la normale respirazione. Se non si interviene in modo tempestivo, con il drenaggio di aria, può causare il collasso di una parte o di tutto il polmone.

Le cause dello pneumotorace


Lo pneumotorace viene classificato in pneumotorace spontaneo primario, spontaneo secondario, e traumatico. Nello pneumotorace spontaneo primario non c’è nessuna causa apparente: questa forma colpisce soprattutto gli uomini alti sotto i 40 anni. In quello spontaneo secondario l’evento è causato invece da malattie o condizioni già presenti, come una patologia polmonare pregressa. Lo pneumotorace traumatico potrebbe essere proprio la forma che ha colpito il calciatore della Roma. Innescato da un trauma fisico.

I sintomi dello pneumotorace

Si differenziano molto in base all’entità dell’evento polmonare, alla quantità di aria penetrata tra i due stradi della pleura, e alla quantità di polmone collassato (se si è verificata questa conseguenza). I sintomi più frequenti sono la difficoltà di respirare, dolore toracico, a volte improvviso e acuto, che può irradiarsi fino al collo e alle spalle, e poi raramente anche attacchi di tosse secca. Nei casi più gravi, lo pneumotorace può causare arresto cardiaco.

Come si cura lo pneumotorace


Sul Manuale Msd si legge che anche per quanto riguarda il trattamento, “le opzioni disponibili sono diverse e cambiano in base alle cause e all’entità”. La guarigione consiste avviene quando l’aria penetrata nella pleura si riassorbe.

Nello pneumotorace spontaneo l’aria in genere si riassorbe da sola in pochi giorni. Se però l’episodio è stato particolarmente grave il riassorbimento potrebbe essere facilitato dalla somministrazione di ossigeno attraverso una maschera facciale o nasale.

Qualora la persona non riesca a respirare in modo autonomo, i medici possono estrarre l’aria in modo meccanico. Per ogni paziente, comunque, ci sono diagnosi specifiche. Per questo il trattamento dello pneumotorace di N’Dicka dipenderà da valutazioni personali.
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