Continuiamo a far finta che a Roma non ci sia un’emergenza criminalità organizzata. E continuiamo a far finta che a Roma non ci sia un’emergenza fascismo. Intanto, a Roma, dopo La Pecora Elettrica, è stato dato alle fiamme un altro locale, il Baraka Bistrot. I proprietari del bistrot giorni fa avevano dato la loro solidarietà proprio alla “Pecora elettrica” che si trova a qualche centinaia di metri. Alle 4.19 di questa notte era già tutto finito con i tavolini, le sedie e gli arredi interni ridotti a brandelli e cenere.
Quello del Baraka Bistrot è il terzo incendio doloso a Centocelle avvenuto nel giro di poche settimane. L’allarme è scattato poco dopo le 4 del mattino ma quando i pompieri sono arrivati sul posto le fiamme avevano già distrutto gli interni del caffè di via dei Ciclamini.
“Avevamo chiuso alle tre di notte e alle quattro ci hanno chiamato, c’era l’incendio” raccontano i proprietari del Baraka Bistrot a Centocelle. “Dopo l’incendio alla Pecora Elettrica noi non abbiamo visto più polizia, forse erano altrove. Qui è tutto distrutto, è un disastro”. Dopo l’incendio a La Pecora Elttrica era scattata una gara di solidarietà per aiutare i proprietari nella ricostruzione. Con una campagna di crowdfunding, ma anche e con decine di iniziative che hanno mobilitato negozianti e gestori della zona la libreria era pronta alla riapertura. E invece le fiamme hanno distrutto tutto il locale.
Qualche giorno prima anche una pizzeria, sulla stessa strada, è stata bruciata. Il sospetto è che dietro i fuochi ci sia la pista della droga. Un giro di spaccio “infastidito” dalle attività serali nel quartiere. Gli incendi degli ultimi giorni sembrano una conferma. Una pista di cui si è molto parlato sulla stampa lega gli incendi al fatto che la caffetteria/libreria sia un luogo dichiaratamente antifascista. La pista fascista potrebbe essere valida anche per il Baraka Bistrot, che nei giorni scorsi aveva espresso pubblicamente solidarietà a La Pecora Elettrica condividendo un post sui social network.
Tuttavia, questa ipotesi non è la sola al vaglio degli investigatori. Esiste infatti una pista secondo cui questi locali in zona Centocelle avrebbero disturbato un giro di spaccio in un parco vicino. Quasi un mese fa, infatti, un altro rogo era scoppiato in un locale sulla stessa via de La Pecora elettrica: si tratta della pizzeria Cento55, che non aveva nessuna connotazione in senso antifascista, ma che è stata data alle fiamme la notte dello scorso 9 ottobre. I residenti della zona, in alcune testimonianze riportate da RomaToday, sottolineano: “In questo territorio, oltre le due attività commerciali incendiate c’è un’altra attività che fa affari, quelli dello spaccio. Lo sanno tutti qui”.
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