Ieri mattina, introno alle 12, tre turisti americani hanno lasciato la loro auto, una Toyota, nei pressi del Lungotevere per godersi un paio d’ore di passeggiate a Roma. Al loro rientro un’amara sorpresa: vetri infranti e auto completamente svuotata degli oggetti lasciati all’interno.
Nella sfortuna, un pizzico di fortuna: con gli oggetti derubati (tre zaini, alcuni documenti e due trolley) c’erano anche alcuni dispositivi Apple, che permettono la loro individuazione tramite il sistema satellitare gps.
Sembrava fatta, perché sono riusciti a individuare esattamente la collocazione dei loro averi, all’interno del campo nomadi di via Candoni. Non restava che avvisare la polizia e attendere.
La risposta che si sentono dare dalla polizia, però, è allucinante, come riporta Il Messaggero: ” Le forze dell’ordine ci hanno detto che purtroppo non sono potute entrare nel campo per motivi di ordine pubblico”.
I tre non si sono persi d’animo. Essendo di origini ebraiche, hanno così chiesto aiuto a Chabad, organizzazione ebraica mondiale. “Quando ci hanno contattato abbiamo cercato di aiutarli, spiega il rabbino Menachem Lazar al Messaggero, non è la prima volta che capitano episodi del genere. È terribile che le forze dell’ordine non abbiano avuto modo di aiutarli. Si sapeva benissimo dove fosse la merce rubata ma nessuno è potuto entrare lì. Episodi del genere rovinano la sicurezza della città. La lotta alla microcriminalità dovrebbe essere una delle priorità per Roma”.
Episodi del genere sono spesso riportati nelle cronache di questi giorni e riguardano sempre i “problemi di ordine pubblico” nell’accesso al campo nomadi di via Candoni a Roma.