Roma è ancora invasa dalla monnezza, e dai sorci, gli unici che si occupano di smaltire la sporcizia capitolina. Raggi non pervenuta. A dieci giorni dalle dimissioni dell’ormai ex assessore all’Ambiente di Roma Pinuccia Montanari, vengono azzerati anche i vertici di Ama. È l’epilogo, per certi versi prevedibile, del caos della municipalizzata dei rifiuti di Roma al centro di un braccio di ferro tra Cda e Campidoglio sui contenuti del bilancio aziendale del 2017. La sindaca Virginia Raggi, dopo aver chiesto con forza di modificare il documento, oggi firma un’ordinanza con cui dispone “la revoca per giusta causa del Consiglio di amministrazione di Ama”.
Il provvedimento viene adottato a seguito di una memoria approvata dalla giunta capitolina che “prende atto dei disservizi e del mancato raggiungimento da parte della governance degli obiettivi prefissati – spiega il Campidoglio -. Contestualmente l’ordinanza assegna al Collegio Sindacale di Ama spa la gestione delle attività aziendali per il periodo di tempo strettamente necessario alla ricostituzione del Cda”.
Ma la consigliera di amministrazione Vanessa Ranieri non ci sta e sull’ipotesi di un ricorso contro la revoca risponde: “Stiamo valutando il contenuto dell’ordinanza di revoca, qualora vi siano profili rilevanti in danno della nostra professionalità e onorabilità sarà nostra cura farlo presente nelle sedi opportune. Noi siamo stati rispettosi delle indicazioni di Roma Capitale, abbiamo portato in 7 mesi la differenziata spinta a 320 mila utenti. Abbiamo fatto i miracoli”. Dopo la riunione di giunta, la prima cittadina vede i sindacati di Ama, da tempo in stato di agitazione.
A loro garantisce l’impegno dell’amministrazione per fare in modo che gli equilibri finanziari della municipalizzata permettano l’erogazione degli stipendi ai lavoratori. Il Campidoglio sarebbe orientato a trovare in tempi brevi sia il nuovo assessore che sostituirà la Montanari (la scelta della sindaca è di scindere le deleghe all’Ambiente-rifiuti e al Verde), sia il nuovo Cda di Ama. Tra i papabili al vertice della municipalizzata – ma secondo alcuni anche per un eventuale ingresso in giunta – ci sarebbe Stefano Zaghis, vicino alla galassia pentastellata, ovviamente.
Intanto il Pd parte all’attacco: “Con l’ennesimo licenziamento del Cda Ama la sindaca Raggi raggiunge l’imbarazzante record di 5 vertici cambiati in meno di 3 anni: Fortini, Solidoro, Giglio, Bina, Bagnacani. E ora arriva il sesto tentativo: quanti ne deve ancora cambiare prima di assumersi la responsabilità di aver sbagliato tutto?”, dichiara il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi. E i dem capitolini rincarano la dose: “A lasciare per giusta causa dovrebbe essere la Sindaca e tutti i cinque stelle”.
“Alle polemiche delle opposizioni rispondiamo ricordandogli che sono stati licenziati per giusta causa dai cittadini alle ultime elezioni amministrative di Roma proprio per aver lasciato le aziende della Capitale in uno stato di disastro che ora stiamo gestendo nell’esclusivo interesse della città e dei Romani. Anche per Ama è l’ora della svolta”, la risposta del M5S in Campidoglio. E sorci ballano.
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