É terminata ieri la 12esima edizione della Rome Cup, la manifestazione interamente dedicata alle scienze della vita, alla robotica e all’innovazione. La nostra capitale ha accolto una tre giorni (16-17-18 aprile) di eventi futuristici e numerose iniziative che hanno coinvolto non solo il mondo delle startup ma anche quello della scuola e i centri di ricerca.
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I numeri dell’evento
Roma è diventata il fulcro mondiale della scienze robotiche, puntando l’attenzione su di se per 72 ore piene di iniziative. Il tutto si è svolto nell’ambito dell’università Campus Bio-Medico e in Campidoglio: laboratori, convegni, seminari, e il futuro che prende vita davanti a noi con una proposta espositiva che ha interessato 51 stand. Anche le scuole sono state coinvolte a partecipare, facendo la propria parte con circa 230 stereotipi da loro ideati e realizzati. Rome Cup è stato il contesto ideale per confrontare i vari progetti, prendere nuovi spunti ed alimentare l’entusiasmo per continuare il percorso sulla strada dell’innovazione.
L’evento ha rappresentato il punto di incontro tra la formazione scolastica e il mondo delle PMI, alimentando il rapporto tra i due ambiti e incoraggiando la creazione di nuove partnership e produttive collaborazioni.
Competizioni di robotica: la scuola protagonista
Durante i tre giorni di eventi si sono svolte competizioni di robotica, volta a presentare e scatenare la volontà di migliorarsi sempre di più tra i partecipanti. Il settore della robotica è infatti quello che ottiene maggiore interesse nelle scuole, per questo è il più sfruttato in ambito tecnologico e innovativo al fine di trovare soluzioni che possano aiutare anche la diversità, come la costruzione di protesi per persone diversamente abili.
Eugenio Guglielmelli, prorettore alla Ricerca dell’università Campus Bio-Medico di Roma, ha sottolineato l’importanza dello studio di questo settore nella scuola moderna: “La robotica è una tecnologia emergente che consentirà di trovare nuove forme di lavoro, nuove professioni. Questa è una palestra formativa importante. Le gare abituano soprattutto al metodo scientifico, alla ripetitività degli esperimenti, a misurare quello che è il progresso delle prestazioni delle macchine che i ragazzi imparano a costruire. E’ una componente fondamentale del loro curriculum che gli aiuterà per tutta la vita. Questi ragazzi saranno le generazioni che dovranno inventare il modo in cui i robot potranno aiutare le persone in tutte le attività della vita quotidiana. Avremo bisogno della loro creatività, che qui si sta forgiando, per immaginare queste tecnologie e dominarle, per evitare che crei problemi e se ne abbia una percezione negativa”.
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I giovani e il futuro
Uno sguardo al futuro delle nuove generazioni, che più che sognante sembra concreto e fondamentale per l’occupazione in cui gli studenti saranno in grado di inserirsi in maniera competente.
Dello stesso avviso è Filippo Tortoriellò, presidente di Unindustria, Unione degli industriali e delle imprese del Lazio. Dichiara apertamente il parallelismo perfetto fra l’entusiasmo giovanile e la velocità dell’innovazione tecnologica, che va incoraggiato e soprattutto sfruttato positivamente:
“I giovani rappresentano il nostro futuro. L’innovazione tecnologica ha la capacità di correre così veloce nel tempo, e i giovani hanno la capacità di essere fortemente in simbiosi con questa celerità. Non solo siamo convinti del loro percorso estremamente positivo nella costruzione del futuro, ma in modo particolare lo siamo sul tema dell’alternanza scuola – lavoro, che è l’elemento su cui si basa il rapporto tra il mondo dell’impresa e quello della formazione”.
Un successo in continua crescita quello di Romecup, con oltre 5mila visitatori, segno che eventi come questo sono specchio nel mostrare quanto è attivo il nostro paese nel settore più determinante del nostro prossimo futuro: quello dell’innovazione tecnologica.