Un governo al bivio, costretto a cambiare per sopravvivere oppure andare avanti per la sua strada, quella che porta dritta alle elezioni anticipate e a una nuova tornata elettorale che potrebbe di nuovo rimischiare le carte. E d’altronde uno dei due emisferi dell’esecutivo, quello verde, sembra non aver mai superata la competizione elettorale, vivendo ancora una perenne campagna di mobilitazione. Salvini, nei prossimi giorni, affronterà infatti un ricchissimo tour de force che lo vedrà impegnato in terra sarda, dove si vota tra un paio di mesi.
Gli risponde Luigi Di Maio, che convoca il vertice di governo a Caserta e annuncia misure speciali per la difesa della Terra dei Fuochi. Tutti si muovono, annunciano, attaccano, si difendono, corrono. Verso cosa non lo dicono, ma la sensazione è che tanto la Lega quanto il Movimento Cinque Stelle non possano fare a meno di vivere il loro destino politico come se fossero nel pieno di una corsa alle urne, senza mai potersi fermare. Il tutto mentre, a pochi passi, c’è una crisi profonda in atto, quella con l’Europa.
Mercati instabili, spread in ascesa, una procedura di infrazione in arrivo. Tutto sembra lontano, indifferente. Il governo va avanti. Approfittando anche dei vuoti lasciati nello scacchiere politico dagli antagonisti o presunti tali. Sulle pagine de L’Espresso, Marco Damilano scrive di una “sinistra è ancora più in difficoltà a causa dei populisti: da un lato i populisti di sinistra rimproverano al socialismo di essere un movimento europeo e aperto al mondo, dall’altro i populisti di destra stanno usando l’immigrazione per deviare alcune delle categorie più modeste, quelle che tradizionalmente votano per la sinistra, da questo orientamento”.
Decisivo sarà il passaggio delle elezioni europee, con la sfida spostata nel cuore del Partito popolare dove i sovranisti tentano di sfondare e creare un partito in bilico tra rivoluzione e conservatorismo. Ma proprio l’Europa può diventare, per l’Italia, il pretesto per una rottura tra Lega e Cinque Stelle che avverrebbe, in realtà, per ragioni del tutto interne. Salvini prova a far passare i grillini per degli isterici allo sbando, opponendo la sua responsabilità. Di Maio mette in luce scelte leghiste che sembrano dettate più dal vecchio alleato Berlusconi che dagli interessi degli italiani. Fra non molto, questa è l’impressione, la recita finirà. Per volere di entrambi.
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