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Promossi gli studenti che avevano sparato pallini in classe contro la prof: 9 in condotta

Sono stati tutti promossi gli studenti dell’Itis Viola Marchesini di Rovigo che l’11 ottobre scorso se l’erano presa con la professoressa Maria Cristina Finatti, colpita in testa con i pallini di gomma sparati da una pistola ad aria compressa. Il responsabile principale di questa bravata avrebbe anche ottenuto il 9 in condotta e una media dell’8 in tutte le materie. La rabbia della docente che ha rischiato di perdere un occhio.
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Promossi gli studenti che spararono pallini alla professoressa

Tutti promossi dunque gli studenti dell’istituto scolastico di Rovigo responsabili di aver sparato pallini contro la loro professoressa e di essersi poi messi a schernirla insieme al resto della classe. Secondo quanto riporta il Corriere del Veneto, la docente non ha però alcuna intenzione di arrendersi e starebbe per inviare una lettera al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara per fargli presente la gravità di quanto accaduto.

Tra le altre cose, infatti, l’istituto scolastico di Rovigo teatro dell’aggressione non sarebbe mai intervenuto applicando le sospensioni previste. E le famiglie degli studenti che l’hanno colpita con i pallini non si sarebbero mai scusate. Il fatto che siano stati tutti promossi nonostante un gesto che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche non è accettabile per la professoressa.

Già lo scorso 8 gennaio, infatti, la professoressa aveva deciso di denunciare non solo gli studenti colpevoli della bravata, ma l’intera classe per lesioni personali, diffamazione a mezzo social e atti persecutori. Gli avvocati della donna, Tosca Sambiello e Nicola Rubiero, hanno effettuato una richiesta di accesso agli atti per verificare tutti i documenti che avrebbero portato i responsabili ad essere promossi con 9 in condotta. Di tutt’altro avviso invece il provveditore scolastico di Padova e Rovigo Roberto Natale che ha difeso la promozione dicendo che è una scelta basata sul rendimento. E anche l’avocato dello studente con maggiori responsabilità spiega che si è trattato di un episodio isolato che avrebbe potuto compromettere il percorso scolastico del suo assistito.
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