Il cardinal Ruini si schiera a sorpresa contro Papa Francesco, impegnato nel delicato passaggio che segue il Sinodo per l’Amazzonia, punto di rilancio per le sfide future della Chiesa. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha analizzato l’attuale situazione politica, mostrando poco entusiasmo verso l’idea di un partito cattolico in prima linea: “Non è questo il tempo per dar vita a un partito dei cattolici. Mancano i presupposti: per il pluralismo molto accentuato all’interno della Chiesa stessa, e per la sua giusta ritrosia a coinvolgersi nella politica”.
Sul fronte Salvini, da tempo in contrasto con Bergoglio, ecco arrivare l’apertura: “
Non condivido l’immagine tutta negativa di Salvini che viene proposta in alcuni ambienti. Penso che abbia notevoli prospettive davanti a sé e che però abbia bisogno di maturare sotto vari aspetti. Il dialogo con lui mi sembra pertanto doveroso, anche se personalmente non lo conosco e quindi il mio discorso rimane un po’ astratto. Sui migranti vale per Salvini, come per ciascuno di noi, la parola del Vangelo sull’amore del prossimo, senza per questo sottovalutare i problemi che oggi le migrazioni comportano”.i temi arrivati dal Sinodo: “
In Amazzonia, e anche in altre parti del mondo, c’è una grave carenza di sacerdoti, e le comunità cristiane rimangono spesso prive della messa. È comprensibile che vi sia una spinta a ordinare sacerdoti dei diaconi sposati, e in questo senso si è orientato a maggioranza il Sinodo. A mio parere, però, si tratta di una scelta sbagliata. E spero e prego che il Papa, nella prossima Esortazione apostolica post-sinodale, non la confermi”.Il motivo di questa posizione? “”Le ragioni principali sono due. Il celibato dei sacerdoti è un grande segno di dedizione totale a Dio e al servizio dei fratelli, specialmente in un contesto erotizzato come l’attuale. Rinunciarvi, sia pure eccezionalmente, sarebbe un cedimento allo spirito del mondo, che cerca sempre di penetrare nella Chiesa, e che difficilmente si arresterebbe ai casi eccezionali come l’Amazzonia. E poi oggi il matrimonio è profondamente in crisi: i sacerdoti sposati e le loro consorti sarebbero esposti agli effetti di questa crisi, e la loro condizione umana e spirituale non potrebbe non risentirne”.
Caso Segre, Ornella Vanoni: “Mi scuso con lei, siamo un Paese senza rispetto”