Da quando il centrodestra guidato da Giorgia Meloni ha vinto le elezioni politiche del 25 settembre, Rula Jebreal non perde occasione per condividere sui social network tutto il suo disappunto. Nei giorni scorsi la giornalista di origini arabo israeliane ha criticato duramente la leader di Fratelli d’Italia, usando contro di lei persino l’arma del padre trafficante di droga che aveva abbandonato la famiglia quando Giorgia aveva solo un anno. Colpi bassi che sono valsi alla Jebreal critiche unanimi. Non contenta, però, la giornalista insiste con i suoi toni da battaglia. Stavolta nel suo mirino ci finisce il conduttore di Porta a Porta Bruno Vespa.
Ma cosa può aver fatto il moderato e filo ucraino conduttore di Porta a Porta per far saltare i nervi a Rula Jebreal? Vespa ha la sola colpa di aver ospitato nel suo studio l’ambasciatore russo Sergey Razov. Il giornalista italiano non ha certo fatto sconti al suo ospite. Anzi, i toni della sua intervista sono stati particolarmente duri e incalzanti proprio per evitare di essere poi etichettato come troppo morbido nei confronti del nemico putiniano.
“Quando è iniziata l’operazione speciale, Putin ha spiegato i motivi di una decisione difficile. La geopolitica è la scelta del male minore. – così l’ambasciatore russo a Porta a Porta – Putin ha detto che siamo a favore del cessate il fuoco e di sederci a un tavolo. Ma il presidente Zelensky dice che l’Ucraina non negozierà. Bisogna aspettare che cambi idee, o che l’Ucraina cambi presidente”. Accuse al leader ucraino che fanno saltare sulla sedia Bruno Vespa. “Avete provato a farlo sparandogli”, lo inchioda il conduttore di Porta a Porta. Ma tutto questo non è bastato a fermare la manina di Rula Jebreal sui social.
“Politici e propagandisti russi sono largamente sgraditi nelle democrazie occidentali, tranne che nelle trasmissioni italiane. – affonda il colpo su Twitter la collega, senza però mai nominare Vespa – L’Italia è un caso di studio di come la propaganda e la disinformazione russa stanno sabotando la democrazia. L’Italia è l’unico Paese europeo ad aver dato a Lavrov e Soloviev spazi in diretta per la loro propaganda xenofoba”.
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