Tutti a cena a casa mia. Anzi no, lasciamo stare. Alla fine l’ex ministro Carlo Calenda ha preferito fare un passo indietro e ritirare l’invito lanciato a Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Marco Minniti “per essere operativi” in vista del congresso del Partito Democratico, un incontro che sarebbe dovuto andare in scena a Roma e che invece non si farà, visto il momento delicato e la reazione stizzita dei militanti in rete. Mentre in sondaggi continuano a evidenziare la profonda crisi del centrosinistra, l’organizzazione di cene e pranzi ha fatto infuriare gli elettori e spinto Calenda ad annullare un appuntamento “inutile e dannoso”.
Una scelta arrivata mentre si prospettava un altro incontro conviviale, come racconta il Corriere della Sera: un appuntamento in trattoria promosso da Nicola Zingaretti, al momento unico candidato alla segreteria dem, deciso a sedersi a tavola “un operaio, un imprenditore, uno studente, un professore per chiedere loro: Dove abbiamo sbagliato?”. A quel punto si era creata, così, una grottesca sfida per avere come ospite Paolo Gentiloni, al quale Calenda voleva aprire le porte della propria abitazione romana e che però lo stesso Zingaretti si era affrettato a invitare a sua volta: “Paolo Gentiloni ha detto cose sagge sul tema del nostro modo di discutere per mettere al centro il congresso e la partecipazione, le condivido in pieno anche questa volta”.
L’idea di mostrare agli elettori, che già rumoreggiavano sui social, un partito più incline all’abbuffata che alla riflessione, ha spinto alla fine Calenda al dietrofront: “Dopo 24h di polemiche interne e amenità varie,a partire dalla disfida delle cene, ho cancellato l’incontro”. Il segretario del Pd Maurizio Martina, intanto, continua il suo tour: ieri era ai cancelli dello stabilimento Amazon, vicino Piacenza e poi a Reggio Emilia con Graziano Delrio in una delle periferie penalizzate dai tagli varati da Lega e M5S: “Stop alle polemiche, io penso alla manifestazione in piazza del Popolo del 30 settembre”.