Un gesto raccapricciante, il saluto romano a rievocare il ventennio fascista, fatto proprio nel Giorno della Memoria, il 27 gennaio, quando invece dovrebbe essere la riflessione dell’orrore provocato dall’Olocausto a occupare i pensieri di tutti. Non quelli, evidentemente, di tre consiglieri regionali riuniti a Cogoleto, comune italiano di circa 9 mila abitanti in provincia nella città metropolitana di Genova, in Liguria. I tre, come denunciato dal sindaco Paolo Bruzzone, si sono resi protagonisti di un inqualificabile siparietto.
“La giornata – ha scritto Bruzzone su Facebook – è stata segnata da un grave episodio avvenuto durante la seduta del consiglio comunale: alcuni consiglieri della minoranza si sono ripetutamente esibiti nel saluto romano. Mi preme condannare con forza tale gesto, appartenente alla simbologia fascista, che evoca valori politici di intolleranza, odio e discriminazione razziale. La nostra Cogoleto ha sempre difeso in maniera salda i valori antifascisti presenti nella Costituzione e mai, fino ad oggi, i dibattiti politici si erano dimostrati così estremi”.“Sono convinto – ha aggiunto il sindaco – che quanto accaduto non possa e non debba passare inosservato, nel rispetto di tutte le persone che, a causa dell’ideologia a cui rimandano quelle braccia tese hanno vissuto gli orrori del passato perdendo la vita e vedendosi private di ogni forma di libertà e dignità. Da qui la necessità di rimarcare quanto già espresso durante la seduta del consiglio comunale, esprimendo nuovamente la mia preoccupazione e quella di tutta l’amministrazione per fatti che sono lontani dal nostro vivere quotidiano e dal rispetto che contraddistingue i valori democratici e di pace del nostro Paese”.Stando a quanto riportato dal Secolo XIX, a compiere il gesto sarebbero stati i consiglieri Biamonti, Amedei e Siri. Uno di loro, Biamonti, ha negato tutto attraverso i social, ma nei commenti sono comparsi messaggi di chi sostiene che il consigliere avrebbe addirittura anticipato ad alcuni amici la volontò di alzare il braccio con la mano tesa al momento del voto, in consiglio”.
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