Matteo Salvini potrebbe andare presto a processo. Il tribunale dei ministri di Catania, contraddicendo la richiesta motivata di archiviazione della Procura della Repubblica del capoluogo etneo, ha infatti richiesto l’autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti del ministro dell’Interno per il caso Diciotti. La notizia è stata pubblicata dall’Huffington Post e ha subito scatenato la reazione del diretto interessato, intervenuto con un commento durante una diretta Facebook dalla sua pagina.
“Ci riprovano. Rischio da 3 a 15 anni di carcere per aver bloccato gli sbarchi dei clandestini in Italia. Non ho parole. Paura? Zero. Continuo e continuerò a lavorare per difendere i confini del mio Paese e la sicurezza degli italiani. Io non mollo”. Salvini ha poi aggiunto, sottolineando le sue ferme convinzioni: “Sì lo rivendico, lo confesso e lo ammetto: ho bloccato la procedura di sbarco dei migranti. Mi dichiaro colpevole di questo reato”.
Il ministro ha proseguito: “Riunione il 7 dicembre e comunicazione il 24 gennaio”, e poi applausi verso la telecamera. “In un’azienda qualunque qualcuno dovrebbe dare le dimissioni”. Salvini viene accusato di “aver abusato dei suoi poteri”. “I giudici facciano i giudici, i ministri fanno i ministri ed esercitano i loro poteri. Io faccio il ministro e applico la legge. Di più: applico l’articolo 52 della Costituzione italiana secondo cui la difesa della patria è sacro dovere del cittadino, soprattutto se il cittadino è pure ministro”.
Il ritardo nello sbarco dalla nave Diciotti è “giustificato dalla scelta politica – aveva scritto la Procura di Catania -non sindacabile dal giudice penale per la separazione dei poteri, di chiedere in sede Europea la distribuzione dei migranti (e il 24 agosto si è riunita la Commissione europea) in un caso in cui secondo la convenzione Sar sarebbe toccato a Malta indicare il porto sicuro”.
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