Matteo Salvini ha lanciato una sfida diretta. Sergio Mattarella, chiedendo un’altra stretta sui migranti in arrivo in Italia in assoluta controtendenza con le parole del presidente della Repubblica. Questa mossa ha creato tensioni tra Salvini e la premier Giorgia Meloni, che non ha gradito la decisione dei deputati leghisti di chiedere una limitazione i permessi di soggiorno poche ore dopo la strage di Cutro.
Salvini e Piantedosi stanno lavorando insieme per favorire un giro di vite sull’immigrazione, nonostante gli eventi tragici. Palazzo Chigi teme che il Viminale possa provare a far entrare alcune norme dei decreti Salvini, già abolite nel 2020, nel consiglio dei ministri di giovedì a Cutro, mettendo in difficoltà la premier.
La reazione della Presidenza del Consiglio è stata immediata: il dossier migratorio è stato avocato a sé con il supporto del sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano. La strategia di Meloni è quella di portare in Calabria un pacchetto di norme ampio, ma non troppo divisivo: inasprimento delle pene per gli scafisti e nuovi fondi per i centri di identificazione ed espulsione.
Meloni intende muovere anche un primo passo sui flussi, allargando subito di ventimila unità la graduatoria per gli ingressi prevista il prossimo 27 marzo e poi forse di altri per la fine dell’anno. Cercherà anche di rafforzare i corridoi umanitari da Libia e Pakistan e stanziare risorse da investire in accordi bilaterali con alcuni Paesi per i rimpatri.
Palazzo Chigi ha sì negato che Meloni abbia convocato Piantedosi e che esistano dissidi, ma la realtà è ben diversa. I due si sono confrontati per definire la posizione del titolare dell’Interno, che oggi terrà un discorso in Aula alla Camera, ricostruendo le fasi del naufragio. Se non è un commissariamento poco ci manca.