Ancora scontri feroci a distanza tra Carola Rackete, indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e disobbedienza a nave da guerra, e il ministro dell’Interno Matteo Salvini. La capitana della Sea Watch 3 è stata nuovamente sentita in Procura ad Agrigento dal procuratore aggiunto Salvatore Vella e dai pubblici ministeri Alessandra Russo e Cecilia Baravelli.
Una volta terminato l’interrogatorio, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha commentato sul suo profilo Twitter: “L’eroina della sinistra è stata interrogata per quattro ore. Ci sarà un giudice che almeno stavolta farà rispettare le leggi, la sicurezza e la dignità del nostro Paese? Io non vedo l’ora di espellere questa comunista tedesca e rimandarla a casa sua”.Un doppio attacco, quello del ministro Salvini, alla comandante della Sea Watch 3 e alla magistratura. Quando il gip di Agrigento non aveva convalidato l’arresto di Rackete, il leader del Carroccio aveva infatti intimato di “togliersi la toga e candidarsi con la sinistra” aggiungendo che si trattasse di una “sentenza politica” responsabile di aver “liberato una criminale”. Per queste parole, il ministro era stato ripreso dall’Associazione nazionale magistrati, che aveva sottolineato come i “commenti sprezzanti verso una decisione giudiziaria, disancorati da qualsiasi riferimento ai suoi contenuti tecnico-giuridici” rischiano di “alimentare un clima di odio e avversione”.
Una riflessione ripetuta anche dall’avvocato di Carola Rackete, sommersa dagli insulti sui social, spesso proprio sotto i post del ministro Salvini: atteggiamenti di questo tipo, ha detto il legale Alessandro Gamberini al termine dell’interrogatorio, “fanno capire il significato che assumono certe parole di odio che vengono irresponsabilmente da chi ha una responsabilità istituzionale”.
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