Matteo Salvini è in difficoltà sul caso Moscopoli, anche se non vuole darlo a vedere. Ma lo si capisce perché dice di non vuole parlare di “fantapolitica”, di cose che non esistono, lontane dalla realtà, dalle questioni reali del Paese. “È totalmente concentrato sull’incontro al Viminale con le parti sociali”, dicono i suoi collaboratori facendo riferimento al vertice di oggi con 40 sigle sindacali e associazioni di categoria.
Un modo per dimostrare che la Lega vuole mantenere il contatto con la realtà economica del Paese e non si perde in “chiacchiere” e “pettegolezzi”, come li chiamano loro. “Salvini è tranquillo – dicono le stessi fonti – possono fare tutte le inchieste giudiziarie e parlamentari del mondo: non verrà fuori un rublo”.
Altra cosa è invece la storia dell’invito di Gianluca Savoini alla cena a Villa Madama in occasione della visita del premier russo Vladimir Putin. Un invito arrivato al servizio diplomatico di Palazzo Chigi con una mail partita dagli uffici di Salvini su indicazione di Claudio D’Amico, consigliere del vicepremier leghista a Palazzo Chigi. In casa Carroccio sostengono che il capo non ne sapesse proprio nulla, che D’Amico conosce da vent’anni Savoini e lo ha fatto inserire nell’elenco degli invitati in veste di presidente dell’Associazione Lombardia-Russia.
Eppure il pensiero di Salvini che trapelerebbe, e che riporta La Stampa, è questo: “Conte è stato sleale. Mi ha colpito alle spalle”. “Nulla di strano e di scandaloso. Si tratta comunque di una iniziativa personale di D’Amico”, spiegano allora i leghisti in risposta alla nota di Palazzo Chigi. Viene così scaricato anche lui, dopo averlo fatto con Savoini all’indomani della diffusione della registrazione rubata all’hotel Metropol di Mosca in cui si sentono imprenditori e affaristi parlare della vendita di una grande quantitativo di petrolio.
“Non dobbiamo dare alcuna spiegazione. È tutto un enorme gossip, si sgonfierà da solo”. Matteo Salvini impone ai suoi la consegna del silenzio. Non risponderà più ad alcuna domanda su Gianluca Savoini, indagato per corruzione internazionale dalla procura di Milano. Dopo la serie di bugie sconfessate in queste ore, il ministro dell’Interno decide di tacere. E parlar d’altro.
Lo fa per due giorni di seguito sui social, dove si occupa come al solito di immigrati e di emergenze farlocche per distrarre la massa. Ma stavolta non gli sta riuscendo benissimo.
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