Matteo Salvini prova a ricompattare il centrodestra e si coccola Berlusconi, con un’uscita che ha subito conquistato i titoli di tutti i giornali. Nei recenti vertici del centrodestra “non abbiamo parlato” dell’ipotesi di un’elezione di Silvio Berlusconi come prossimo Presidente della Repubblica. Lo ha affermato il segretario della Lega, Matteo Salvini, ospite di ‘Non è l’Arena‘ su La7. “Se poi mi si chiede se potrebbe andare a fare il Presidente della Repubblica, assolutamente sì”, ha aggiunto il leader della Lega. Quindi per Salvini Berlusconi sarebbe il nome buono del centrodestra per il Quirinale. Un’ipotesi di cui si è parlato per tanti anni e che tutti sanno essere l’ultimo grande obiettivo del leader di Forza Italia.
Quanto all’attuale crisi della maggioranza, Salvini spiega: “No al governo minestrone, non tiriamo a campare, bisogna dare la parola gli italiani. Se hai due visioni diverse come fai a metterle insieme? Non posso andare al governo con una sinistra che la pensa in maniera diametralmente diversa dalla mia. Ho trovato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, molto attento e molto preoccupato. Ci prendiamo due mesi di tempo e il prossimo Parlamento” deciderà sul Recovery plan.
Conclude Salvini: “La Francia aveva preparato il piano già ad agosto, noi siamo arrivati fin qui”. Altre voci, però, darebbero anche il centrodestra molto più diviso di quello che si vuol far sembrare. In queste ore si parla di ormai dimissioni certe per Giuseppe Conte. Il premier salirà al Quirinale prima del voto in Aula su Bonafede. Questo perché i numeri sono risicati e col voto contrario dei renziani il governo si troverebbe sotto. Conte però punta al reincarico per un Ter a maggioranza allargata, inglobando centristi e vari pezzi di Forza Italia.
Ed è proprio questa opzione a spaccare il centrodestra. Se Conte lascia, una trentina di parlamentari vicini a Carfagna e Brunetta sarebbero pronti a sganciarsi, mentre la parte più leghista del partito di Berlusconi resterebbe ancorata a Salvini e Meloni, i quali vorrebbero andare subito al voto per affermare il consenso che gli darebbero i sondaggi.
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