Incredibile ma vero: il futuro della Lombardia non lo stabiliscono né il governatore Fontana, eletto democraticamente, né i cittadini lombardi. Lo decide Matteo Salvini. Alle otto di sera sembrava tutto pronto al Palazzo della Regione Lombardia per varare il coprifuoco che Fontana aveva chiesto e ottenuto dal governo. Già circolavano bozze dell’ordinanza preannunciata 24 ore prima, dopo la riunione in videoconferenza tra il governatore, i capigruppo di maggioranza e opposizione al consiglio regionale e tutti i sindaci dei capoluoghi lombardi. Tutti d’accordo sulla necessità di misure drastiche per arginare i contagi da Coronavirus, a partire dal coprifuoco alla francese da applicare in tutto il territorio lombardo già da giovedì.
Non solo. Dato che la situazione si sta aggravando di ora in ora, Fontana aveva anche previsto la chiusura dei centri commerciali nel weekend, come sta facendo anche il suo omologo piemontese Cirio. Invece qualcosa, o per meglio dire qualcuno, si è messo in mezzo e l’ordinanza non ha visto la luce. Quel qualcuno è il leader politico di Fontana, e cioè Matteo Salvini. È stato lui infatti a bloccare l’ordinanza con una serie di domande e di perplessità, sulla scorta anche – come riporta Open – di una serie di pressioni arrivate sia dalla base leghista sia da rappresentanti delle categorie più direttamente toccate dagli effetti della misura del coprifuoco.
In queste ore si parla della possibilità che l’ordinanza venga rivista affinché una parte degli esercizi commerciali che avrebbero dovuto tenere le saracinesche abbassate durante il weekend ricevano invece, fino a un certo limite di metratura del fronte espositivo, il permesso di tenere aperto. Salvini dunque congela l’ordinanza di Fontana e intanto lascia che la situazione in Lombardia si aggravi ancor di più.
Tornano infatti a salire i casi in Lombardia. Ieri erano +2.023. Le vittime +19, per un totale di 17.103 decessi dall’inizio della pandemia. I ricoveri non in terapia intensiva sono 1.268 (+132) mentre in terapia intensiva ci sono ancora 123 persone (+10). 24.913 i pazienti in isolamento domiciliare (+1.528).
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