Matteo Salvini ha cambiato idea. Non solo sul fronte politico, impegnato ora nel tentativo di mostrarsi moderato, di colpo, in opposizione a una Giorgia Meloni “estremista”, nel tentativo di recuperare consenso che Fratelli d’Italia gli sta pericolosamente rosicchiando. Ma anche sul fronte europeo. Quella Lega che infatti un tempo era un partito anti-europeista, convinto della necessità di uscire dall’Unione e rinunciare anche alla moneta unica, ora ha decisamente invertito la rotta.
Giancarlo Giorgetti, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio e ora responsabile Esteri del partito guidato da Matteo Salvini, ha spiegato al Corriere della Sera: “Noi non vogliamo uscire dall’Europa. Ma non siamo più i soli a dire che molto deve cambiare. Per due ragioni: i trattati sono stati scritti in un’altra era geologica. L’epoca Merkel si avvia a conclusione. Così non si regge. Come si fa a competere con i colossi cinesi con le nostre attuali regole sugli aiuti di Stato? Come si fa ad avere un target del 2% di inflazione che oggi non si ottiene più neanche pompando moneta?”.
Giorgetti spiega di essere stato scelto da Salvini come responsabile Esteri perché”
ho esperienza, ho le mie idee, e la politica estera non può essere frutto di improvvisazione. Bisogna essere pragmatici, il mondo cambia. Si è guardato intorno e ha cercato qualcuno che avesse un’immagine di affidabilità. Speriamo non si sia sbagliato. Se ora l’Europa comincia ad accettare l’idea che l’Italia non può essere lasciata da sola, è grazie a Salvini. Se il ministro Lamorgese può andare a trattare in Europa è perché Salvini ha fatto il matto”.
Sull’idea di una possibile adesione della Lega ai Conservatori, partito in cui milita in Europa Giorgia Meloni, Giorgetti ha spiegato: “Per me si può fare anche domani. I tedeschi li conoscevamo poco, e nessun matrimonio è indissolubile. Ma non è questo il punto. Il punto è che farà la Cdu-Csu. Andrà a sinistra, verso verdi e socialisti? O si alleerà con i liberali? Da questo dipenderà la politica europea del Partito popolare. E noi dobbiamo essere ‘potabili’ quando arriverà il momento. Per questo voglio che l’Europa ci conosca per quello che siamo e non per le etichette che ci affibbiano. Un partito di governo da vent’anni, non una banda di fascisti come stancamente e stupidamente ripete la sinistra”.
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