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Quando Salvini era comunista: i segreti scottanti tra “erba libera” e “Bella ciao”

C’è stato un tempo, lontano, in cui Matteo Salvini era comunista. Sì, non ragazzo di sinistra, ma proprio comunista. Poco più che ventenne, nella sua prima esperienza da consigliere comunale a Milano nella giunta Formentini, era il leader della corrente dei “comunisti padani”. In molti non ricordano questo retroscena. Pensate che anche sulla legalizzazione delle droghe leggere la pensava in modo totalmente diverso rispetto ad oggi. Quando alla Camera era arrivata la proposta di legge per la legalizzazione della cannabis, fioccarono le prese di posizione di tutti i leader politici.

Tra quelli che si sono battuti con maggior rigore sul fronte proibizionista c’era senza dubbio Matteo Salvini. Sì, ma prima? Oggi il leader della Lega continua a definire “allucinante” il dibattito sulla legalizzazione, aggiungendo che la Lega Nord dirà sempre di No ad ogni ipotesi che vada in questo senso. Ma da giovane Matteo Salvini la pensava così?

No, all’epoca dei comunisti padani la pensava all’esatto opposto, e affermava: “Noi ci rapportiamo alle tematiche classiche della sinistra, dalla forte presenza statale alla liberalizzazione delle droghe leggere”. Correva l’anno 1998 e così parlava il futuro leader leghista al giornale Il Sole delle Alpi. Ancora nell’autunno del 2014, in verità, Salvini si era detto possibilista sulla legalizzazione durante un’intervista su La7.

Legalizzare le droghe leggere? “Parliamone”, aveva dichiarato alla trasmissione “Coffee Break”. Poi l’improvvisa conversione al proibizionismo testimoniata in tutti i dibattiti e le dichiarazioni pubbliche. Si sa che l’elettorato è più importante delle idee e delle ideologie. E quando andò da Fabio Fazio a “Che tempo che fa” ricordate cosa disse? Un’affermazione che alla luce di quanto letto fin qui fa ancora più sorridere…

Fazio gli chiese: “Tra il presidente del Consiglio Renzi e Vladimir Putin chi è più di sinistra?”, e Salvini, senza indugiare scelse il secondo. Poi aggiunse: “Se mi sento di sinistra? Di certo mi sento più di sinistra di Renzi. Sono comunista alla vecchia maniera, conosco più fabbriche di chi frequenta i banchieri”, specificò sferrando una stilettata all’ex premier. In un’intervista a Le Iene, addirittura, cantò “Bella ciao”.

Dunque, ricapitolando, Salvini, poco più che ventenne era consigliere comunale a Milano nella giunta Formentini, capolista dei comunisti padani, sulla liberalizzazione della cannabis usava parole di apertura e diceva pure di riaprire le case chiuse. Poi, però, il compagno Salvini, di punto in bianco, si è trasformato nel razzistello conformista che tutti quanti conosciamo oggi.

 

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