Un giorno storico per la politica italiana, e soprattutto per quella leghista. Oggi a Milano, la Lega cancellerà il suo passato per rinascere con colori, simboli e uomini diversi. La rivoluzione di Matteo Salvini è compiuta: addio all’ampolla del Po e il sole delle Alpi, addio alla Padania e alla Secessione, addio al Nord nel nome e nel simbolo del partito. Nel soffitto finisce anche Umberto Bossi, dimenticato fondatore del soggetto politico che nel 1989, sotto il nome di Lega Nord, riuniva sei movimenti regionalisti: la Lega Lombarda, la Liga Veneta, il Piemònt Autonomista, l’Union Ligure, la Lega Emiliano-Romagnola e l’Alleanza Toscana. Di quella propulsione secessionista, di quella repulsione per “Roma ladrona”, non rimane più nulla.
La Lega Nord lascerà spazio alla Lega Salvini premier. La nuova entità politica si configurerà come una federazione di partiti regionali. Le 20 segreterie, con indicazioni territoriali come “Lega Puglia Salvini premier” e “Lega Lombardia Salvini premier”, saranno autonome da un punto di vista finanziario. Ognuna avrà un suo conto corrente e un suo statuto. Come spiega Open, “l’escamotage dell’autonomia finanziaria dei vari partiti regionali servirà a non gravare, nel caso di problemi di natura economica, sulla segreteria nazionale di Salvini. Ma non è la sola “sofisticata” operazione finanziaria che sarà al centro del congresso di oggi 21 dicembre. Come per le banche e per le aziende, la vecchia Lega Nord diventerà la bad company, con a carico i 49 milioni di euro rateizzati in rate da circa 600 mila euro da restituire in 75 anni”.
La Lega Salvini Premier, invece, sarà libera di muoversi senza il fardello dell’inchiesta giudiziaria. In una sola mossa, Salvini seppellisce 30 anni di Lega Nord. “Il nostro popolo è pronto ad attaccare – diceva, esattamente 12 anni fa, Umberto Bossi -. Si dice che il Paese stia andando a fondo, ma io conosco un solo Paese, che è la Padania. Dell’Italia non me ne frega niente”. La vecchia classe dirigente e lo stesso fondatore potranno restare nella Lega Nord, che non sarà dissolta, ma svuotata da tutte le energie che saranno convogliate nella Lega Salvini premier.
Non ci sarà incompatibilità nell’iscrizione a entrambe le Leghe. Ma è chiaro che la classe dirigente sarà espressa soltanto da quella dipinta di azzurro salviniano. La durata del mandato del segretario sarà allungata da tre a cinque anni. E per sciogliere la Lega Nord basterà la maggioranza assoluta del consiglio federale, mentre con il vecchio statuto servivano i quattro quinti dei consiglieri. Queste misure sono un passaggio fondamentale per arrivare al vero congresso, quello del 2020, in cui si voterà lo statuto della nuova Lega.
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