Un Matteo Salvini nervoso, decisamente nervoso, quello intervenuto ai microfoni di Affari Italiani per affrontare varie tematiche, dai prossimi congressi alla sconfitta della Lega sul Green pass, reso obbligatorio dal governo Draghi per i lavoratori del pubblico e del privato. Un passaggio, quest’ultimo, che ha evidentemente lasciato il segno sul segretario del Carroccio, ora costretto a fare i conti anche con la distanza di una parte, corposa, del suo stesso partito.
“I congressi locali – ha spiegato Salvini – delle 1.500 sedi della Lega (con 100 mila militanti), sono stati già fissati la scorsa primavera per ottobre e novembre, dopo le elezioni amministrative e prima di Natale. Non si fanno i congressi a Ferragosto o con le elezioni alle porte. Verranno rinnovati tutti i segretari cittadini e i direttivi, poi il prossimo anno ci saranno i congressi provinciali”.
Per quanto riguarda il congresso federale, invece, “tempo al tempo, verrà il momento. Siamo gli unici a fare i congressi, che certo non si potevano fare nel pieno dell’emergenza Covid. Poi se qualche leghista parlasse di meno e facesse più incontri con i cittadini male non farebbe”.
Infine, l’ennesimo tentativo di sminuire la sconfitta leghista sul certificato verde: “Una mia sconfitta il green pass? A me interessa il bene del Paese, stiamo ottenendo tamponi gratis per chi è in difficoltà e tamponi calmierati per gli altri. La salute non è un tema sul cui mettere bandiere politiche”.
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