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Ora Salvini attacca Conte, ma era stato lui a presiedere il Cdm sul conflitto d’interessi del premier

È proprio curioso Salvini. Sfugge in ogni modo possibile alle domande sul Russiagate e su Savoini, e poi fa il verginello attaccando Conte proprio sul Russiagate e dicendo che ora è il Presidente del Consiglio a dover riferire in parlamento. Insomma, lui nasconde tutto e poi pretende massima trasparenza dagli altri. Le ultime dichiarazioni del leader della Lega sono suonate bizzarre a molti: “Non faccio il giudice, lascio che siano i giudici a fare il loro mestiere ma il presidente del Consiglio dovrebbe sentire l’esigenza lui di andare in Parlamento e di smentire il Financial Times”.

E poi: “Sono ormai tante le ombre su Conte, dal Russiagate ai concorsi universitari alle parcelle, ai rapporti col Vaticano, non si può andare avanti così”. C’è un però. Forse Salvini ha già dimenticato (o come sempre fa finta di essersi dimenticato) che era stato proprio lui a presiedere il CdM del conflitto d’interessi di Conte…

Da mesi Salvini indica Conte come nemico pubblico numero uno. E il recente articolo del Financial Times non ha fatto altro che fornirgli nuovo materiale utile, evitando sempre – però – di parlare delle sue di beghe giudiziarie. Per dovere di cronaca, ricordiamo che il Financial Times ha pubblicato un articolo che riepiloga la vicenda di Retelit e della golden share esercitata dal primo governo Conte – quello in cui Salvini era vicepremier – per fermare gli investitori ostili a Raffaele Mincione dopo che l’avvocato Conte, un mese prima, aveva fornito un parere legale in cui dava ragione al fondo Athena Global Opportunities costituito all’epoca con soldi del Vaticano.

Salvini, che ora chiede trasparenza a Conte, dimentica però chi fu a presiedere il consiglio dei ministri che diede ragione all’avvocato Conte e a Mincione. Glielo ricordiamo noi. Sorpresa: fu proprio lui, Matteo Salvini in persona. E sapete perché? Perché Conte era ufficialmente volato in Canada per il G7. In realtà, come ha confermato lo stesso Conte in un secondo momento, si era astenuto per il chiaro conflitto d’interessi scaturito dal suo ruolo di consulente di Mincione.

Se Salvini teneva alla trasparenza di Conte poteva muoversi nel giugno scorso, ma all’epoca al Capitano non fregava nulla di queste bazzecole, perché Conte era il presidente del Consiglio del suo governo. Oggi invece per Salvini Conte deve chiarire. Ma se Conte ha fatto qualcosa di male, allora perché Salvini ha approvato tutto in quella circostanza e non ha sollevato allora dubbi di trasparenza?

 

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