Non perde occasione per attaccare il governo, Matteo Salvini. Deciso a tenere il piede premuto sull’acceleratore nonostante gli ultimi sondaggi abbiano dimostrato come la polemica sempre e comunque non sembra una strategia vincente in questo periodo. Il Capitano, evidentemente, deve essersi che i tempi migliori torneranno da soli, presto. Ed è tornato alla carica contro Conte: “”Mentre milioni di italiani sono chiusi in casa e hanno paura di perdere lavoro e risparmi di cosa si sta occupando il governo? Di una maxisanatoria per 300 mila clandestini”.
Una scelta che secondo Salvini, che ha messo nel mirino la bozza di legge per regolarizzare i migranti nei campi, “non è rispettosa nei confronti degli italiani perbene e degli immigrati regolari. Il solo annuncio sta moltiplicando gli sbarchi. La Lega farà le barricate”. Un modo per alzare la tensione intorno a un problema già delicato, con la ministra Teresa Bellanova che ha già minacciato le dimissioni. E che però, guardando il recente passato della Lega, suona un filino strano, per usare un eufemismo. Sì perché senza tornare chissà quanto indietro nel tempo, limitandoci ai governi Berlusconi 2002 e 2009, ecco saltar fuori una Lega che, all’epoca al governo insieme a Forza Italia, aveva regolarizzato quasi un milione di irregolari. Nel caso del primo esecutivo, quello della legge Bossi-Fini, 700 mila, per la precisione. Vero, nel Carroccio qualcuno aveva storto il naso. Ma al momento del voto nessuno aveva osato opporre resistenza. Nel 2009, invece, le richieste accolte erano state 294 mila.
Ma allora perché Salvini, che all’epoca faceva parte di un partito che le regolarizzazioni le faceva eccome, ora fa tante storie? Che non sia semplicemente l’ennesimo tentativo di screditare l’operato di Conte sempre e comunque? Il sospetto, in tutta franchezza, viene. E il Capitano, ancora una volta, dimostra di avere una memoria corta, cortissima.
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