Non è la prima volta che Matteo Salvini si trova al centro di polemiche sul fronte giustizia, come già successo in passato anche in occasione di casi celebri, su tutti la morte di Stefano Cucchi. “Tra guardie e ladri io sto sempre dalla parte delle guardie” è una delle frasi ripetuta più volte, negli anni, dal leader della Lega. Che ora è tornato a San Gimignano, al carcere di Ranza, a due settimane dalle condanne per tortura per dieci agenti di polizia penitenziaria. Una visita accompagna da immancabili veleni.
Salvini ha infatti commentato così la sua presenza nel comune toscano: “Incontrerò anche i servitori dello stato che sono stati condannati. Le sentenze non si commentano ma conosco il lavoro degli agenti della polizia penitenziaria, che fanno uno dei lavori più difficili al mondo. Meritano rispetto. Tra tutti gli uomini e le donne che ho incontrato in questi anni durante i miei incontri non ho mai avuto la sensazione di incontrare dei torturatori o dei violenti”.
Parole che hanno fatto discutere, e parecchio. Molti utenti gli hanno fatto notare come le sue considerazioni generali si scontrino, nel caso specifico, con una condanna arrivata in primo grado, dopo un processo, per tortura. Degli agenti di cui parla Salvini, infatti, due sono stati condannati a 2 anni e 3 mesi, uno a 2 anni e otto mesi, tutti gli altri a 2 anni e 6 mesi. Tutti sono stati inoltre interdetti dai pubblici uffici per la durata della pena.
Già nel 2019 Salvini si era schierato dalla loro parte, convinto della loro innocenza. Una presa di posizione, quella dell’ex ministro degli Interni, che ha scatenato commenti feroci sui social: “Dalla parte delle guardie? Io direi piuttosto dalla parte dei torturatori” è uno dei tanti messaggi subito comparsi. E non sono mancate prese di posizione contrarie anche da parte di diversi militanti della Lega.
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