Mentre l’Italia è sulle montagne russe “grazie” alla manovra del governo gialloverde, i due leader della maggioranza continuano ad assestare colpi contro l’Europa. Fregandosene delle conseguenze che poi ricadranno sui cittadini. Inizia Matteo Salvini, con il suo solito tono pacato: “L’Europa dei banchieri, quella fondata sull’immigrazione di massa e sulla precarietà, continua a minacciare e insultare gli italiani e il loro governo? Tranquilli, fra sei mesi verranno licenziati da 500 milioni di elettori, noi tiriamo dritto! #primagliitaliani”. Lo scrive su Facebook il ministro dell’Interno, con quel “noi tiriamo dritto” di mussoliniana memoria.
Poi arriva Di Maio, sempre un secondo dopo rispetto al collega e quindi in perenne rincorsa: “C’è una vera e propria guerra contro il made in Italy e noi la dobbiamo combattere con tutte le nostre forze. Questi sono giorni importanti, non sono venuto alla Coldiretti per alzare i toni con l’Europa anche perché diciamoci la verità questa Europa qui tra sei mesi è finita”. Lo ha affermato il vicepremier intervenendo dal palco al villaggio contadino della Coldiretti al Circo Massimo di Roma.
“Ci aspettavamo che questa manovra non piacesse a Bruxelles, adesso inizia la fase di interlocuzione con la Commissione europea ma deve essere chiaro che indietro non si torna”. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio a proposito della lettera inviata ieri dal vice presidente della Commissione europea Vladis Dombrovskis e dal commissario agli Affari economici Pierre Moscovici in risposta al ministro dell’Economia Giovanni Tria sul Def. “Apprezzo il fatto che questa lettera sia stata manda a mercato chiusi, abbiamo tutto il week end per discutere di questa lettera a mezzo stampa ma deve essere chiaro che questo governo non arretra”.
“Adesso il ministro Tria inizierà l’interlocuzione con le istituzioni, so che il presidente Fico nei prossimi giorni sarà a Bruxelles. Saremo tutti quanti compatti e faremo un gioco di squadra per spiegare alla Commissione europea che gli italiani hanno bisogno di queste misure che non sono misure spot ma cambiamo la vita alle persone”. Quanto alla scadenza del 15 ottobre, primo test importante per la manovra, Di Maio risponde…
“Io non sono preoccupato, sono tranquillissimo anche perché abbiamo ancora tanto da fare”. Lui non è preoccupato, ma cittadini, investitori e mercati sì. Anche perché da questa manovra emergono altri tagli all’istruzione, ad esempio, per finanziare le loro manovre di assistenzialismo. La valutazione della Commissione Ue avverrà in base al documento “draft budgetary plan” che sarà inviato dal Governo italiano entro il 15 ottobre.
“I target di bilancio sembrano puntare ad una deviazione significativa dal percorso raccomandato dal Consiglio. Questa è una fonte di seria preoccupazione”, scrivono i commissari Moscovici e Dombrovskis. Si legge anche: “Invitiamo le autorità italiane – prosegue la lettera – ad assicurare che la Legge di Bilancio sia in linea con le regole comunitarie. Come negli anni e nei mesi passati – conclude la lettera – rimaniamo disponibili a un dialogo costruttivo”.