Non facciamoci fregare. Dietro l’immagine del Salvini finto-ripulito e finto-buonista, c’è sempre il vero Salvini, quello che sta sfruttando questa situazione per minare il nuovo governo dall’interno. Il leader della Lega, infatti, una volta urla, una volta applaude, una volta attacca Draghi sull’Euro, una volta gli dà ragione. Questa è la strategia. Preparare l’opposizione al governo e la successiva via d’uscita. “Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’Euro”, scandisce un perentorio Draghi nel suo discorso al Senato, proprio per mandare un primo messaggio al capo della Lega, il quale, dalla tribuna, abbassa gli occhi al banco, forse alle scarpe. Anche Giorgetti non la prende bene. Da quanto trapela (lui era seduto proprio vicino a Draghi), avrebbe detto ai suoi che quella precisazione (chiara risposta a Salvini) poteva “essere evitata”.
Questo è quindi il clima, mentre ancora si deve votare alla Camera. Ma il presidente del Consiglio non ha rimarcato solo il passaggio sull’euro. Ma anche quello sulla necessità di una maggiore integrazione europea. Per non dire della riforma del Fisco che dovrà puntare sulla progressività dell’Irpef che è l’esatto contrario dalla flat tax che vorrebbe la Lega. Ma Draghi ha parlato anche dell’atlantismo senza se e senza ma. E si sa quanto Salvini sia innamorato di Putin e della Russia…
Lì per lì quindi Salvini incassa. Ma poi passa al contrattacco, con lo stile che si è detto in apertura. “L’Europa è casa nostra, ma l’Europa che vogliamo è quella del benessere, della crescita, ma non quella dell’austerità, dei tagli alle scuole e agli ospedali, dei vincoli di bilancio. Noi vogliamo dare più forza all’Italia in Europa”. Così Matteo Salvini è intervenuto nell’Aula del Senato, durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo. Poi, rivolgendosi al premier ha ribadito il sostegno all’esecutivo ma “se l’Ue sbaglia è diritto dovere di ogni cittadino poterlo dire”.
E poi ha gettato altra benzina sul fuoco: “Sul Ponte sullo Stretto esiste un progetto di fattibilità utilizzando l’acciaio prodotto a Taranto. Sarebbe un investimento e soprattutto sarebbero circa 100mila posti di lavoro. Mi aspetto che Draghi lo rilanci”. È l’altro modo con cui Salvini ha pungolato il premier. Poi ha precisato che il progetto “triplicherebbe i vantaggi e dimezzerebbe i tempi di viaggio da Roma a Palermo”. Poi la punta di ironia a chi gli chiede delle frasi sull’Euro: “Draghi ha sempre ragione”.
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