Una campagna elettorale continua, permanente. Fatta di apparizioni costanti, ossessive, quando la luce del sole porta consenso elettorale e permette di ingrossare la schiera dei follower virtuali. E di ritirate improvvise quando, di contro, ci si trova di fronte a questioni spinose, rospi difficili da far ingoiare agli italiani. Ecco, allora, che Salvini e Di Maio hanno di colpo fatto un passo indietro di recente dal Consiglio dei Ministri dove erano attesi.
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Salvini invece al CdM si è presentato, ma si è allontanato quando gli hanno detto che Di Maio non sarebbe arrivato e non avrebbe messo la faccia sulla correzione dei conti che è finita sulle spalle di Tria, ormai il capro espiatorio di ogni provvedimento lacrime e sangue del governo. Se non viene lui non vengo nemmeno, insomma. Come due scolaretti che, incontrandosi fuori scuola, decidono entrambi di “fare sega”.
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