Un po’ come Totò, Peppino e la Malafemmina, quando i protagonisti si mostravano disposti a tutto pur di cacciare i vicini fastidiosi. Arrivando alla fine a un compromesso che invece, nella storia che vede Di Maio e Salvini ormai in guerra aperta con la Francia, continua a non arrivare. Un’analogia divertente e per certi versi calzante quella sfoderata sulle pagine del Foglio da Massimiliano Lenzi, la sintesi di una situazione dall’alto potenziale esplosivo e alla quale non è semplice trovare una soluzione.
Ci stanno provando, i due leader gialloverdi, consapevoli che forse si è superato davvero il limite. Da parte di Macron, certo, con quel ritiro dell’ambasciatore francese a Roma parso davvero fuori luogo. Ma anche sul fronte italiano, con le accuse di neocolonialismo ai vicini d’oltralpe e l’incontro tra Di Maio e i gilet gialli che da mesi scuotono la Francia con le loro vibranti proteste, una sorta di guanto di sfida all’Eliseo che non poteva passare inosservato oltre i confini.
Di Maio a indirizzato il suo tentativo di distensione a una lettera pubblicata dalla testata Le Monde, dove ribadisce la sua considerazione della Francia come di un popolo amico, lodandone la storia e la capacità di porsi come riferimento per il resto del mondo sotto il profilo della lotta per la conquista dei diritti civili. Salvini ha invece puntato al dirimpettaio transalpino, il ministro dell’Interno Christophe Castaner, al quale ha scritto a sua volta.
Il leader della Lega ha insistito, ovviamente, sul tema a lui più caro, quello dell’immigrazione. Sostenendo la necessità di continuare un percorso condiviso che ha già dato in passato tante volte i suoi frutti. Manca, in tutto questo, un qualsiasi tentativo di distensione con Macron. Che continua a portare avanti la sua personalissima battaglia contro i gialloverdi. E con il quale ricucire i rapporti sembra sempre più complicato.
La Francia se la prende con Alitalia: la reazione di Macron, guerra aperta con Salvini e Di Maio