E se davvero le banche italiane fossero travolte dal crollo di fiducia dei mercati verso l’Italia, se la crescita costante dello spread finisse per metterle in crisi a causa dell’aumento dei rendimenti sui titoli di Stato? Il governo gialloverde ha un piano b a disposizione per tamponare un’eventualità del genere. Ed è ricorrere ai fondi stanziati nel gennaio del 2017, o almeno a quella parte rimasta dopo il salvataggio di Monte Paschi di Siena, della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Venti miliardi di cui cinque sono serviti per comprare il 75% del capitale di Mps, 6-700 milioni sono stati dati in garanzia per l’acquisizione delle due Popolari venete da parte di Intesa-San Paolo, operazione quest’ultima andata in porto ma senza spendere i soldi. In totale, ne sono rimasti una quindicina nel bilancio dello Stato.
Come sintetizzato dal Corriere della Sera, il governo si trova così di fronte al rischio di finire imbottigliato in un bel paradosso: dovesse esplodere davvero la crisi, Di Maio e Salvini finirebbero per ricorrere ai fondi previsti da un decreto del governo Gentiloni, lo stesso che i due leader della maggioranza gialloverde avevano ampiamente demonizzato in campagna elettorale, identificando il Pd come il male assoluto. Un’eventualità che nessuno intende, per ora, prendere seriamente in considerazione, ma che potrebbe di colpo farsi attuale a partire dal prossimo 2 novembre, quando le banche dovranno affrontare gli stress test e la perdita di valore dei titoli detenuti nei loro attivi potrebbe spingere a un intervento.
Salvini e Di Maio continuano a predicare la calma e si dicono tranquilli. Il ministro Tria, di contro, ha ammesso che un spread costantemente sopra i 300 non è tollerabile nel lungo periodo. Lo stesso Gentiloni ha spiegato: “Nessuno persona assennata può tifare contro l’interesse del Paese. Ma c’è una differenza tra oggi e allora: quel fondo era stato stanziato in un contesto di stabilità finanziaria. Adesso non è più così. Tutti pensavano che 5 Stelle e Lega non avrebbero mantenuto le loro promesse, invece il vincolo elettorale lo stanno onorando. Purtroppo”.
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