Una metamorfosi niente male quella vissuta da Luigi Di Maio. Diventato improvvisamente europeista e rispettoso delle istituzioni. E pensare che soltanto qualche mese fa la lotta con Bruxelles era costante, accesa, con toni violenti ed esasperati. Tutto superato. Ora il grillino punta al centro, al grande spazio politico dei moderati, aprendo un canale addirittura con il Partito popolare, considerato fino a ieri l’artefice della deriva dell’austerity nell’Unione.
A fornire l’occasione per la svolta è stata l’Europa stessa, decisa a tendere la mano per creare un fronte comune. Ecco allora arrivare a stretto giro prima l’elogio di Angela Merkel e poi la replica di Di Maio, che ha mostrato di apprezzarla chiarendo di non aver mai attacco la Germania. In contemporanea, gli alleati di Salvini, scomodi anche all’Ue, sono diventati nemici. D
a Orban (suo avversario nel Ppe) all’ultradestra tedesca di Adf, arrivando addirittura a dire che “il sovranismo non aiuta l’Italia”.La Stampa ha parlato di un colloquio tra Conte e Juncker, durante il quale quest’ultimo avrebbe persuaso
i grillini a partecipare all’asse europeista contro i sovranisti di Salvini: “Possono essere decisivi”. E “decisivo” è l’aggettivo che usano spesso i 5 Stelle quando parlano di un ruolo all’Europarlamento da “ago della bilancia”, se la maggioranza tra Ppe, Pse e liberali non dovesse reggersi da sola.Di Maio ci spera. L’opposizione ormai gli sta stretta e sogna il M5S come “una forza di governo europea”. Un bel salto, per un partito che fino a qualche mese fa sembrava avere un conto aperto con l’Europa. Una mossa che, però, potrebbe non dispiacere agli elettori pentastellati.
Alla faccia dei tagli: benzina alle stelle con Salvini e Di Maio