Glielo avessero chiesto qualche mese fa, quando uno Stivale intero sembrava ai suoi piedi, difficilmente Matteo Salvini avrebbe mai immaginato di ritrovarsi alla corte di Giorgia Meloni, ospite della kermesse Atreju, in un momento di totale confusione. Interna, con tanti esponenti della Lega che iniziano a far trapelare finalmente i loro dubbi sulle sue capacità di leadership dopo aver accettato passivamente per mesi ogni sua iniziativa. Ed esterna, con un centrodestra sempre più spaccato.
A parole, il Capitano è lo stesso di sempre. Determinato e pronto ad andare fino in fondo: “La coalizione di centrodestra c’è. A partire dall’Umbria dove si vota il 27 ottobre. E poi ci sarà anche in tutte le altre Regioni chiamate alle urne: dalla Calabria all’Emilia Romagna fino alla Liguria e alla Toscana”. Nella pratica, Salvini è invece sempre più solo. Gli stessi “amici” di Fratelli d’Italia iniziano a guardare con sospetto le sue manie di protagonismo, interrogandosi sulla bontà dell’alleanza.
I presenti hanno notato subito la discrepanza tra il leader della Lega, una macchina da selfie e autografi che in ogni uscita pubblica si comporta come una rockstar a fine concerto, e i vertici FdI. La Russa, uno non certo di primo pelo, non faceva che gironzolargli intorno durante Atreju, cercando di spingerlo ad affrontare tematiche politiche comuni ai due partiti di destra. Lui lo costringeva ad aspettare, tra uno scatto e l’altro. Sembrava una gag, non lo era.
E d’altronde il pubblico della manifestazione, non certo lo stesso di Pontida, lo ha accolto freddamente, non perdonandogli l’alleanza coi Cinque Stelle. All’epoca Salvini accettò di buon grado di far fuori la Meloni dalla maggioranza pur di stringere la mano a Di Maio, oggi corre tra le sue braccia dopo essere stato abbandonato da Berlusconi. Sempre più solo, politicamente. Sempre più sorridente quando ha il telefono in mano.
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