Spunta una “bella” foto che ci racconta ancora qualcosa sui rapporti di Matteo Salvini. Lo scatto è stato fatto quando era ancora ministro dell’Interno e viene pubblicato oggi su Repubblica. Matteo Salvini è ritratto insieme ad Alessandro Casali, vicesindaco di Luino, e Roger Etter. Soffermiamoci su quest’ultimo. Etter è un personaggio molto noto in Ticino: soprattutto noto alle cronache nere e giudiziarie.
Ex deputato dell’Udc, partito svizzero della destra conservatrice, la sera del 24 febbraio 2003 invita nella sua villa di Rovio l’imprenditore edile Ernesto Zanini e gli spara in testa. La vittima si salva per miracolo (perde un occhio e subisce una lesione permanente all’udito), Etter viene condannato a 11 anni per tentato omicidio.
I giudici, che scartarono l’ipotesi dell’incidente avanzata dall’imputato, accertarono che il politico voleva uccidere l’ex amico per coprire una serie di malversazioni: Etter gestiva un conto segreto di Zanini, in dieci anni si era messo in tasca oltre 3 milioni di franchi. Un gruzzolo decisamente superiore ai miseri 30mila franchi di risarcimento sul quale i due, Etter e Zanini, si accordano tramite avvocati.
Oggi Etter ha 59 anni. Scontata definitivamente la pena, dopo avere frequentato l’Università di Scienze economiche a Lugano si è ributtato in politica fondando l’associazione di estrema destra “Fratria”. Non una sorpresa per uno che da sempre non fa mistero della sua nostalgia per le camicie brune e il Sudafrica boero, affascinato dalla gioventù ariana, dalle armi, dalle croci celtiche e dall’iconografia della Germania hitleriana.
Roger Etter, introdotto in ambienti economici e politici russi, a sorpresa rispunta pubblicamente quest’estate a Lugano. L’11 giugno con la sua “Fratria” ospita per una conferenza pubblica Aleksandr Dugin, il filosofo postnazista, amico e consigliere di Putin, che è a fianco di Gianluca Savoini sia all’hotel Metropol di Mosca sia in tappe italiane del pensatore-scrittore (anche nella sede di CasaPound).
Mentre Dugin intrattiene la platea dell’hotel Pestalozzi a Lugano, in Italia tiene banco lo scandalo Russiagate.
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