Matteo Salvini deve guardarsi le spalle. Non tanto dagli avversari politici, quello che lo affrontano apertamente sfidando colpo su colpo come alle ultime elezioni Regionali. Quanto, piuttosto, da quell’insidioso alleato che risponde al nome di Giorgia Meloni, pronta a fare le scarpe al leader della Lega alla prima occasione buona e imporsi come nuovo faro della coalizione di centrodestra. Per ora, numeri alla mano, soltanto un bel sogno. Ma neanche così irrealizzabile, considerando la costante ascesa che Fratelli d’Italia continua a far registrare negli ultimi mesi.
La tornata in Emilia Romagna, quella che ha fatto segnare la prima, clamorosa battuta d’arresto di Matteo Salvini, lascia d’altronde una fotografia inequivocabile. Da un lato la Lega che cerca di sminuire la portata della sconfitta, camuffando a fatica la rabbia. Dall’altro, una Giorgia Meloni che invece gongola e conta i consensi ottenuti in una Regione storicamente avversa all’estrema destra e che ha invece confermato il vento favorevole al suo partito.
“Abbiamo raddoppiato i voti, siamo passati dal 4% delle Europee all’8, forse al 9%, lo vedremo alla fine dello spoglio. Per noi è una vittoria, un risultato straordinario” è stato il messaggio del candidato FdI Giovanni Donzelli, arrivato proprio mentre invece, dalle parti del Carroccio, i toni erano molto più nervosi. E poi ancora: “Siamo il terzo partito”. La strategia, d’altronde, era chiara da giorni: “Se la Borgonzoni vince, sarà la vittoria del centrodestra. Se perde, è una sconfitta di Salvini”. I risultati confermano il peso specifico crescente di Fratelli d’Italia all’interno della coalizione e spingono la parte più determinata del partito, quello che vuole la spallata a Salvini, a proseguire dritti verso l’obiettivo. Chissà che Giorgia Meloni stessa non si faccia convincere definitivamente, di qui a qualche mese, della bontà del piano.
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