Matteo Salvini ha un obiettivo, il Copasir, l’organo di controllo parlamentare sui servizi. Ovvero la cinghia di collegamento tra il Parlamento e i reparti di intellingence, la poltrona più importante alla quale può ambire una forza di opposizione per essere a conoscenza di quello che accade sia all’interno del Paese che a livello internazionale. Nessuno ne parla apertamente, ma il piano è ben delineato. Un modo per sfidare l’odiato Conte, con il quale Conte ha una lunga serie di sospesi.
Nelle ore in cui il Pd sostituisce Lorenzo Guerini, prima presidente Copasir e ora ministro della Difesa, con il lottiano di formazione margheritina Enrico Borghi, in casa Lega si iniziano a spellare le mani. Il Carroccio la pretende per sé. Per legge, questa carica spetta a un membro dell’opposizione, ma deve essere la maggioranza a votarlo. O meglio, serve la maggioranza assoluta, ovvero sei voti e di conseguenza non si può fare a meno dell’apporto del membro del Pd, del renziano Ernesto Magorno o dei tre pentastellati.
Fino all’ultimo si tenterà di mediare, ma Salvini deve innanzitutto vincere la concorrenza interna. Quella, per capirci, nella casa del centrodestra. Se la Lega rivendica per sé la poltrona, infatti, lo stesso si può dire per le truppe di Giorgia Meloni e di Silvio Berlusconi ambiscono al Copasir. In campo c’è l’ex an Adolfo Urso (Fdi), che è oggi il vice a palazzo San Macuto e dovrebbe convocare per mercoledì la seduta per le elezioni del nuovo presidente.
Tuttavia nelle ultime ore si è tornato a parlare di una nomina riservata a un esponente di Forza Italia. Pesano, secondo le indiscrezioni, le resistenze di Salvini sul caso Metropol, e i rapporti con la Russia. La paura di Salvini è che sullo sfondo Gianni Letta stia trattando con Renzi per trovare un nome non troppo scomodo. Non un leghista, ovviamente. Manovre che irritano il Capitano, a caccia di poltrone per fare pressione su Conte, il premier da abbattere a tutti i costi.
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