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Salvini, il retroscena sui rapporti con Mosca: “Ritirate i ministri dal governo Draghi?”

Nuovi scottanti retroscena sui rapporti tra la Lega di Matteo Salvini e la Russia. A svelarli è il giornalista de La Stampa Jacopo Iacoboni. Secondo Jacoboni sarebbero emersi ulteriori elementi a sostegno della tesi che una manina russa possa aver influito sulla caduta del governo Draghi. Il giornalista cita “documenti di intelligence che La Stampa ha potuto visionare” secondo i quali, alla fine di maggio, un importante funzionario dell’ambasciata russa si sarebbe informato con un fedelissimo del leader della Lega sulla reale intenzione dei ministri del Carroccio di dimettersi dal governo Draghi.

Matteo Salvini e i rapporti con Mosca

Il funzionario russo in questione si chiamerebbe Oleg Kostyukov. L’uomo avrebbe chiesto al consigliere per i rapporti internazionali di Salvini, Antonio Capuano, se i ministri leghisti fossero “intenzionati a rassegnare le dimissioni dal governo Draghi”. Insomma, secondo la tesi di Jacoboni, questo interessamento dimostrerebbe la volontà di Mosca di far cadere l’esecutivo italiano guidato da Mario Draghi, considerato da Mosca uno dei più pericolosi avversari di Vladimir Putin.

“Il diplomatico, facendo trasparire il possibile interesse russo a destabilizzare gli equilibri del governo italiano con questa operazione, avrebbe chiesto se i ministri della Lega fossero intenzionati a rassegnare le dimissioni del governo”, si legge nel documento segreto pubblicato dal giornalista de La Stampa.

Foto Stefano Cavicchi/LaPresse26-11-2016 Mosca

Il giornalista ricorda anche che Kostyukov è il “vicario dell’ufficio politico dell’ambasciata russa a Roma”. Ed è lui, secondo le ricostruzioni giornalistiche, ad aver acquistato materialmente i biglietti aerei per il viaggio di Salvini a Mosca, poi mai avvenuto. Poi, il racconto di Jacoboni prosegue con l’elenco delle molte telefonate che, nel maggio scorso, i funzionari russi ebbero con Capuano e con altri funzionari italiani. Super attivismo che dimostrerebbe appunto la volontà di Mosca di dare una spallata decisiva al governo Draghi.

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