“In tempo di guerra non ci si deve guardare anche alle spalle”. Con questa frase Matteo Salvini ha sintetizzato la sua linea difensiva di fronte alle inchieste che rischiano di scuotere una Lombardia messa in ginocchio dal coronavirus, con il governatore leghista Fontana nel mirino per la gestione delle prime settimane dell’emergenza. “Non mi sembra questo il momento di inviare gli ispettori nelle strutture” ha detto l’ex ministro, intervista da Massimo Giletti a Non è L’Arena su La7, chiedendo di rinviare alla fine dell’emergenza ogni accertamento.
Nell’affrontare il tema della Lombardia e della gestione dell’emergenza sanitaria, Salvini ha difeso Fontana: “Gli errori commessi al Pio Albergo Trivulzio? Sono stati commessi in tante altre parti del Paese. E allora cosa facciamo, processiamo tutta l’Italia? Qui c’è una comunità che lotta per rialzare la testa, mentre qualcuno ha come sport nazionale quello di attaccare la Lombardia”. Con chiaro riferimento a Vito Crimi del Movimento Cinque Stelle, che nelle scorse ore aveva chiesto il commissariamento della Regione: “Prendetevela piuttosto con lo Stato che ancora oggi fornisce mascherine e guanti a singhiozzo”.
Salvini ha poi parlato del processo che dovrà affrontare per il caso Gregoretti. L’accusa nei suoi confronti è quella di sequestro di persona aggravato relativamente alla vicenda di 131 naufraghi bloccati per tre giorni lo scorso luglio al largo di Augusta a bordo della nave militare. Giudicando “surreale” il fatto di essere stato convocato per la prima udienza a Catania il prossimo 4 luglio: “A quanto pare non tutta l’Italia è ferma, c’è chi pensa a processarmi in un momento del genere. Io non ho problemi, ma di solito in fase di guerra si combatte il nemico, non ci si guarda le spalle”.
Una linea ben diversa da quella mostrata in passato, quando il leader della Lega si era detto sicuro di sé e si era mostrato anzi desideroso di farsi processare il prima possibile per dimostrare agli italiani la bontà delle decisioni assunte nello svolgimento del suo incarico politico. Un cambio di rotta che non è sfuggito agli utenti, che subito hanno chiesto conto in rete a Salvini del dietrofront: “Ma come, non eri quello che non temeva i giudici?”.
L’alleato olandese della Meloni che ammette di aver ricevuto soldi dalla Russia